Asino

Origini e storia

Per le sue doti di robustezza, fedeltà e frugalità, l'asino è stato da sempre letteralmente sfruttato dall'uomo sia come animale da soma sia come aiuto nei campi sia come produttore di carne, pelli e latte. I primi dati e reperti risalenti alla domesticazione dell'asino si sono ritrovati nella zona della Numidia e del Basso Egitto e risalgono al periodo compreso fra il 7.000 e il 4.000 AC, segno della profonda storia che lega l'uomo a questo animale fin dai tempi più antichi. In Europa, invece, l'asino venne importato intono all'Età del Bronzo o a quella del Ferro, poiché è proprio a questo periodo che si fanno risalire i primi ritrovamenti realizzati nel Vecchio Continente, che attestano la presenza dell'asino nelle comunità umane dell'epoca. Oltre che in Egitto e in Europa, altre scoperte paleontologiche hanno dimostrato la presenza dell'asino anche nelle zone della Mesopotamia, della Siria, della Persia, in Russia ed in Mongolia.

Oltre che ai ritrovamenti di tipo paleontologico che intessano la domesticazione e l'utilizzo dell'asino nelle comunità antropiche, numerose sono state anche le testimonianze scritte e grafiche che raccontano gli usi e gli utilizzi di questo animale, così da denotare anche l'importanza che l'asino rivestiva per l'uomo dell'epoca, tant'è che alcune popolazioni ne fecero addirittura un dio: l'onolatria, infatti, è il culto dell'asino praticato in passato in alcuni paesi orientali ed africani.

Dall'incrocio con un asino ed una giumenta nasce, invece, il mulo, animale sterile a causa dell'innesto di specie diverse seppur afferenti, ma molto utilizzato dall'uomo soprattutto nel campo agricolo e per il trasporto. La prima apparizione del mulo si fa risalire, invece, al periodo dell'immigrazione mongola in Asia Minore.

Nel tempo l'asino è stato utilizzato a più livelli anche se, proprio per la sua pacatezza e per la sua forza, è stato ed è troppo spesso trattato in modo più duro e con meno riguardo rispetto ad altri animali. Ideale come mezzo di trasporto soprattutto sui sentieri di montagna, l'asino riveste un ruolo importante nell'economia domestica e agricola fino al secondo dopoguerra, quando il boom economico successivo, la meccanizzazione dell'agricoltura e il diffondersi dell'automobile presero il sopravvento su questo animale che venne in parte dimenticato e, quanto meno in Italia oggi rischia in modo piuttosto evidente l'estinzione, soprattutto per quanto riguarda le razze autoctone.

Nonostante ciò, si fa affermando una corrente inversa che tenta di valorizzare l'asino e le sue capacità, soprattutto inserendolo all'interno di circuiti dedicati al turismo rurale e alle fattorie didattiche, senza contare che questo animale ben si presta alla pet therapy e alla socializzazione.

Molto pregiato è il latte d'asina, che sul mercato ha un costo notevole sia per via della sua bontà che per le sue qualità.

Asino

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Caratteristiche fisiche

AsinoDa sempre definito come il “cavallo dei poveri”, l'asino ha molte caratteristiche in comune con i cavalli, in quanto appartenenti alla stessa famiglia degli Equidi, ma si distingue dai suoi parenti “nobili” prettamente per dimensioni, robustezza e frugalità (anche se esistono razze di cavalli particolarmente rustiche).

La prima evidente differenza a livello fisico è sicuramente riscontrabile nelle orecchie, che sono lunghe e larghe rispetto a quelle del cavallo, solitamente piccole e mobili. La criniera, poi, è assente, ed in più la testa risulta sempre piuttosto sproporzionata rispetto al resto del corpo. Il pelo, invece, non si presenta uniforme come quello dei cavalli, ma spesso è a chiazze mal distribuite, con un lungo ciuffo in corrispondenza della coda. Il colore del manto può essere molto differente a seconda delle razze: generalmente è di colore grigio con una croce di colore nero (o comunque più scuro sul dorso, e muso, contorno occhi e basso ventre di colore bianco. Vi sono poi altre razze che hanno colorazione differente come il somarello di Berry che è di colore completamente nero, oppure il ciuco dell'Asinara, molto piccolo e di colore bianco con gli occhi azzurri. Le specie selvatiche, invece, hanno un manto che solitamente va dal grigio al bruno sabbia fino ad arrivare al bruno – rosso tipico dello Kiang, l'asino selvatico presente in Tibet.

Fra le varie tipologie di asini selvatici, ricordiamo il cosiddetto Burro (in spagnolo significa appunto “asino”), ossia il ciuco selvatico presente negli Stati Uniti sud - occidentali. Questi animali sono stati introdotti in America dai colonizzatori e poi fuggiti, abbandonati oppure liberati dagli stessi proprietari per i motivi più vari. Il numero di Burros cominciò a lievitare in maniera sostanziosa negli anni della corsa all'oro in California, quando moltissime persone migrarono a sud degli States, con l'intento di riuscire a trovare l'oro. Ovviante, non tutti ci riuscirono in questa impresa, e i più sfortunati non avevano nient'altro con sé che il proprio asino che, non potendo più mantenere, lasciavano in libertà.

Si è andata formando così una comunità molto ampia di Burros americani, che a partire dal 1971 è stata tutela dalla legge allo stesso modo che per i Mustang, i cavalli selvatici. Sebbene siano molto curiosi, i Burros sono anche molto diffidenti e si lasciano addestrare con difficoltà, ma restano comunque poco propensi al lavoro.


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Caratteristiche comportamentali

AsinoNella definizione più comune e stereotipata, l'asino è un animale cocciuto e testardo, definito anche piuttosto privo d'intelligenza, eppure, mai come in questo caso, lo stereotipo si allontana anni luce dalla realtà. Infatti, il somaro è un animale molto intelligente e dalla grande capacità di apprendimento, curiosissimo e che ama profondamente il proprio padrone. Se però il ciuco viene trattato con poco riguardo dal proprio padrone, questi di rimando dovrà attendersi il medesimo trattamento, ecco perché da molti viene considerato come un animale testardo ed indolente, in quanto assimila lo stesso comportamento di chi ha intorno.

Molto forte e capace di vivere con poco, l'asino è stato utilizzato prettamente per i lavori duri dei campi esattamente come è accaduto per i bovini, dal trasporto della legna fino all'impiego nei mulini per muovere la mola per la raffinazione del grano. Oggi la popolazione asinina si è estremamente ridotta soprattutto nei paesi industrializzati, tant'è che in uno studio risalente al 2004 risultano presenti davvero troppo pochi capi: in Svizzera, per esempio, sopravvivono solo 2.000 capi, in Italia circa 75.000 esemplari, mentre nel Regno unito si raggiunge quota 10.000. Eppure nei paesi al di fuori dell'Europa o comunque che maggiormente si dedicano all'agricoltura, gli esemplari asinini sono davvero molti, come accade in India, dove ammontano a circa 1.500.000 capi oppure ancora in Cina, dove si ha una popolazione record di 11.000.000 capi (dovuta prettamente all'utilizzo mai cessato delle carriole cinesi trainate proprio dagli asinelli).


Asino: Allevamento ed usi

AsinoIn Italia l'allevamento asinino è destinato prettamente alla produzione di latte, sebbene in alcune regioni e soprattutto in altri paesi è anche la carne uno dei motivi principali dell'allevamento. Per quanto concerne il latte, quello dell'asina è considerato come il più vicino a quello della donna e spesso viene utilizzato come alimento sostitutivo nei neonati e nei soggetti con allergie al latte vaccino. Questo utilizzo in campo pediatrico era già noto ai tempi dei Greci che facevano bere il latte d'asina ai piccoli, mentre Ippocrate, famoso medico dell'isola di Kos nonché definito padre della medicina moderna, lo raccomandava per ogni tipo di problema, dagli avvelenamenti ai dolori articolari.

Presso i Romani, invece, il latte d'asina era un lusso al pari del nostro champagne, tant'è che la legenda vuole che Poppea, seconda moglie dell'imperatore Nerone, amasse concedersi bagni nel latte d'asina per preservare la propria bellezza. In tempi più recenti, nella Francia del settecento, vennero impiantate numerose stalle dedicate all'allevamento degli asini, dove le eleganti signore potevano recarsi per acquistare “alla fonte” la preziosa bevanda.

A partire dagli inizi del 900, invece, in Italia si è assistito ad un progressivo interesse per il latte d'asina sia a livello medico che biologico, con studi compiuti in diverse università del Belpaese.

Per le sue doti di apprendimento e per la sua innata dolcezza, l'asino viene anche utilizzato nella pet therapy soprattutto con i bambini. Per quanto concerne altri impieghi ed utilizzi del somaro, dobbiamo spostaci in altri paesi, dove questo animale viene allevato come produttore di carne (insaccati compresi) e di pellami, soprattutto nelle zone meno industrializzate. In alcune zone d'Italia, il ciuco è stato valorizzato ed impiegato nel comparto turistico: basti pensare alla “ciucciopolitana” del Cilento oppure alla fattorie didattiche.

L'asino, appartenendo alla famiglia degli Equidi, ben si presta per la realizzazione di più incroci pari merito apprezzati. Fra questo abbiamo:

- Mulo: è il frutto dell'incrocio fra un asino maschio ed una giumenta (cavalla femmina). Si tratta di un animale molto docile e mansueto, ideale per trasportare carichi pesanti anche in zone impervie grazie alla sua innata forza;

- Bardotto: è il frutto che scaturisce dall'incrocio fra un cavallo maschio e un'asina. Il risultato è un animale non particolarmente grande né forte, il che si rivela un incrocio poco riuscito;

- Zebrasino: negli ultimi anni si sta assistendo a prove di incrocio fra animali addomesticati come l'asino e parenti lontani selvatici come la zebra. Il risultato è otticamente molto singolare, anche se questo tipo di animali, quanto meno al momento, non viene impiegato in nessuna attività particolare.

Essendo degli ibridi, questi animali nati dall'incrocio di specie afferenti ma diverse, sono sterili e quindi sebbene avvenga una copula, l'animale non si riproduce.



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