Allevare maiali

Razze suine

L'allevamento dei maiali, chiamato anche suinicoltura, è praticato da sempre nelle realtà rurali: avere in una famiglia almeno un maiale da poter macellare durante l'inverno significava avere cibo a sufficienza per tutti i componenti, senza contare che, chi possedeva un animale del genere e quindi poteva mangiare carne, era comunque un privilegiato. Ad oggi, invece, sebbene sussista la gestione rurale di pochi capi, sono i grandi allevamenti di maiali che vanno per la maggiore, soprattutto in Italia, dove spesso i suini sono destinati non solo alla produzione di “semplice” carne, ma anche e e soprattutto alla salumeria nostrana e regionale.

Sono tante le razze che vengono allevate in Italia, dove si assiste ad un duplice fenomeno assai singolare: da una parte, infatti, si ha una sempre maggiore globalizzazione delle razze, creando allevamenti intensivi che non hanno rispetto del suino e che non consentono all'animale di vivere in modo dignitoso, venendo utilizzati come semplice strumento da reddito senza dignità.

Fra le razze maggiormente allevate in Italia ricordiamo:

- la Large White;

- l'Hampshire;

- il Duroc;

- lo Spot;

- la Landrace;

- il Pietrain.

Dall'altro lato assistiamo, invece, ad una forte regionalizzazione che punta al recupero e alla valorizzazione delle razze suine autoctone di alcune zone del nostro paese, al fine di sviluppare un'industria regionalizzata e peculiare, attraverso la riproposizione di pietanze tipiche e di salumi di pregio. Fra le razze autoctone citiamo le più famose che sono:

- Calabrese

- Casertana

- Cinta senese

- Mora Romagnola

- Nero Siciliano

- Sarda

In realtà queste razza suine vennero inserite all'interno di un registro anagrafico speciale, realizzato a seguito di lunghi studi nel 1927. Questo registro all'epoca contava circa 30 razze o varietà autoctone, mentre oggi sono rimaste solo le 6 su citate tipologie suine poiché tutte le altre si sono estinte a seguito di poca o scarsa attenzione e per via degli incroci selvaggi operati. Nel tentativo di ripristinare, quanto meno in parte, l'originale registro anagrafico delle razze autoctone, anche gli allevatori del Nero di Parma (razza attualmente registrata come produttore ibrido) e della Pugliese (registrata attualmente come razza apulo – calabrese) stanno cercando di selezionare al meglio la genetica originale di queste razze al fine di ottenere l'iscrizione anche nel registro dell'ANAS, ossia l'Associazione Nazionale Allevatori Suini.

In maniera molto più generale, invece, possiamo fare una macro distinzione delle razze suine d'allevamento fra ceppo orientale, solitamente caratterizzato da animali dalla carne molto grassa ed adeguata per produrre lardo, e ceppo europeo, contraddistinto da tipologie suine che hanno carni più magre e sicuramente più pregiate. Sempre all'interno del ceppo europeo, possiamo fare un'ulteriore distinazione fra:

- ceppo celtico: tipologie suine allevate prettamente nella zona nell'Europa centro – settentrionale e caratterizzate da esemplari molto grossi, dalla cute rosea e con orecchie cadenti a penzoloni. Derivano dalle razze suine migliorate più note;

- ceppo iberico: a questa tipologia appartengono tutte le razze suine allevate nei paesi mediterranei come la Spagna e l'Italia, tutti esemplari contraddistinti da mole estremamente massiccia.

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Riproduzione

Allevare maiali All'interno dei vari tipi di allevamento, la riproduzione diventa un fattore essenziale per permettere che la propria mandria cresca e quindi generi profitto. Negli allevamenti di tipo intensivo, in particolar modo, gli animali sono sottoposti a drastici cicli di gravidanza e non tengono conto del benessere dell'animale, senza contare le condizioni aggressive di stabulazione soprattutto per quanto riguarda le scrofe, che vengono tenute in gabbie che le costringono in posizione sempre distesa per permettere ai piccoli di essere allattati ed evitare che vengano inavvertitamente schiacciati per via de poco spazio concesso ai movimenti.

Il ciclo riproduttivo comincia con la pubertà delle scrofette, che si presenta con calori ciclici ogni tre settimane durante l'anno che durano più o meno due giorni nella scrofa giovane (40 ore) e circa 60 ore nella scrofa adulta. La condizione dell'estro nel maiale si può eveidenziare dal comportamento irrequieto dell'animale, dalla continua ricerca del maschio, dall'inappetenza e dalla vulva che assume la classica colorazione arrossata e diventa turgida. In alcune scrofe molto grasse, però, queste manifestazioni possono mancare del tutto e comunque una volta fecondata, la scrofa ritorna alla normalità.

La monta è un momento molto delicato nell'allevamento dei maiali, in quanto molto spesso è necessario ricorrere ad una monta controllata dall'uomo per via della mole troppo grossa del verro rispetto alla scrofa, soprattutto quando si tratta di maschi miglioratori che quindi hanno un peso davvero notevole, insostenibile per una monta di 15 – 20 minuti. Per ovviare a questa situazione vengono utilizzati dei travagli, ossia dei sostegni specifici che permettono di alleggerire il verro e di procedere con la monta senza che la scrofa sia “schiacciata” dal maschio. Fra questi travagli, sicuramente il più comune è quello formato da una robusta cassa composta da due lati lunghi e la faccia anteriore chiusa da listelli. Dall'altro lato, invece, la faccia viene lasciata aperta in modo tale che la scrofa possa entrare per procedere alla monta e venendo momentaneamente bloccata all'interno. Il maschio in questo modo ha la possibilità di appoggiare le zampe anteriori sulle tavole senza pesare sulla femmina.

Il momento migliore per l'accoppiamento è quello compreso all'interno delle prime 24 ore dell'estro, dove la scrofa è maggiormente ricettiva. Inoltre, spesso la scrofa viene fatta accoppiare con due verri a distanza di poche ore in modo tale da evitare un ciclo riproduttivo a vuoto.

Generalmente, sebbene la scrofa possa avere il calore in ogni stagione, si hanno due cucciolate all'anno. Ogni gravidanza dura circa 114 giorni, più o meno tre mesi, tre settimane e tre giorni, e da ogni parto nascono circa 10 – 12 lattonzoli. Negli allevamenti allo stato brado, la scrofa realizza per i suoi piccoli un giaciglio di foglie e fieno, cosa che in cattività non avviene e può essere frustrante per la femmina. Alla nascita ogni lattonzolo può avere un peso compreso da uno a due chili e verrà svezzato a partire da circa un mese di vita.


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Suinicoltura

Allevare maiali Nell'allevare maiali, esistono differenti tipologie di tecniche e di porcilaie, realizzate a seconda delle esigenze specifiche e della destinazione ultima del prodotto suino. In Italia la maggior parte degli allevamenti si trova a nord della penisola, dove, in maniera generale, possiamo delineare due macro tipologie suinicoltura:

- allevamento da riproduzione

- allevamento da ingrasso

È bene però specificare che questa distinzione fra gli allevamenti non è così netta, in quanto vi possono essere anche allevamenti destinati alla riproduzione ma dove contestualmente l'animale viene anche fatto ingrassare: in questo caso parleremo di allevamenti a ciclo chiuso. Quando invece la destinazione dei suini è netta, quindi o solo riproduzione o solo ingrasso, l'allevamento viene definito a ciclo aperto. Naturalmente esistono poi differenti situazioni che si pongono come soluzioni intermedie e realizzate per specifico volere dell'allevatore di suini.

Altra distinzione operata per definire l'allevamento dei maiali è la seguente:

- allevamento intensivo: poco rispettoso degli animali, caratterizzato da cicli di riproduzione sfiancanti e dalle condizioni di stabulazione pessime e negative per i suini;

- allevamento all'aperto: è sicuramente il modo di allevare maiali migliore in assoluto, dove gli animali vengono organizzati in larghi recinti protetti direttamente sul terreno e all'aria aperta, il che offre, oltre che una condizione di vita molto vicina a quella dei maiali selvatici, anche la garanzia di un sano habitat che non conduce a stress di sorta;

- allevamento su paglia: possiamo definirlo, in maniera molto semplicistica, come una via di mezzo fra l'allevamento intensivo e quello tradizionale, realizzato comunque tenendo gli animali in stabulazione per gran parte della giornata.

Grandi controversie sono ancora da definire circa l'allevamento suino e le condizioni delle stalle, in quanto, soprattutto in quelli intensivi, gli animali soffrono di gravi patologie da stress (e non solo), condizioni igieniche non ottimali e nutrizione realizzata con foraggi di dubbia qualità e provenienza. Per questo motivo, la Comunità Europea è al vaglio delle decisioni per definire leggi più severe per gli allevatori e più giuste per gli animali da reddito.


Allevare maiali: Suinicoltura italiana

Allevare maiali In Italia, ma in maniera minore anche in Spagna, esiste il cosiddetto allevamento del suino pesante, maiali destinati alla produzione di particolari salumi appartenenti alla tradizione gastronomica della nostra penisola e famosi in tutto il mondo. Per questo motivo le tecniche afferenti alla suinicoltura italiana si discostano da quelle del resto d'Europa e del mondo, dove generalmente i maiali vengono macellati quando raggiungono un peso inferiore ai 100 chili, mentre nel nostro paese un suino pesante deve raggiungere una mole notevole prima di essere macellato. Inoltre deve avere determinate caratteristiche che ne garantiscano la bontà delle carni e l'utilità di queste per la destinazione finale.

In genere, vengono considerati idonei i maiali che presentano lombi larghi e carnosi, ben ancorati alla groppa. Quest'ultima deve inoltre essere lunga, diritta e larga, mentre la coda deve presentarsi robusta e attaccata in alto. Fondamentale in questo processo di realizzazione dei salumi è la macellazione, che va eseguita adottando precise tecniche che permettono alla carne di mantenere la giusta consistenza e il giusto aroma. Inoltre sono molto importanti anche i tempi della macellazione stessa, in quanto l'animale dovrà essere “maturo” al punto giusto, e quindi presentare una carne capace di trattenere ottimamente i succhi e soprattutto che abbia la giusta proporzione di grasso, poiché un maiale troppo grasso o troppo magro può portare alla realizzazione di un prodotto di scarsa qualità.


  • maiale in calore I maiali destinati alla macellazione vengono solitamente allevati con un regime alimentare e con pratiche diverse rispet
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