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Il moscardino è un roditore che vive prevalentemente in Europa e nelle regioni dell’Asia Minore. Il suo areale va dalla Francia fino alla Svezia a Nord - compresa la Gran Bretagna - e copre tutta la parte orientale fino ai Monti Urali. A sud lo si può trovare ancora in Grecia e nella Turchia settentrionale. In Italia vive in tutte le regioni escluse la Sardegna e la Sicilia, con una certa predilezione per la Pianura Padana. E’ un animale gregario e tende a vivere in nutriti gruppi sui rami degli alberi e tra i cespugli. Sopravvive fino a un’altezza massima di 1500 metri, ma, il suo habitat naturale è costituito dalla pianura, dove predilige le zone caratterizzate dalla presenza di boschi di quercia, roveti e noccioleti e dove può trovare facilmente da mangiare. Si adatta a boschi di vario genere purché non siano troppo isolati. I moscardini difficilmente scendono a terra quindi hanno bisogno di siepi di collegamento per potersi spostare da un albero e un altro. Anche il sottobosco deve possedere caratteristiche precise: deve essere ricco di arbusti e piante rampicanti. Lo si può trovare spesso anche nelle macchie caratterizzate da arbusti di bacche e noci. Dotato di arti molto forti e di dita prensili, il moscardino tende a spostarsi da un ramo all'altro alla ricerca di bacche, nocciole e ghiande di cui va molto ghiotto. E’ difficile che scenda a terra poiché diventerebbe una preda troppo facile per eventuali predatori. Non ama i climi troppo rigidi, ma, preferisce le regioni a clima mediterraneo.
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La stagione degli amori per il moscardino coincide con l’arrivo della primavera e il risveglio dal letargo. L’accoppiamento vero e proprio è preceduto da un caratteristico rituale di corteggiamento. La femmina della specie partorisce in media dai tre ai sei piccoli nei mesi tra marzo e settembre. La gestazione dura circa venticinque giorni al termine della quale i piccoli verranno alla luce ciechi, nudi e sordi. Saranno allattati dalla madre fino a due mesi. I piccoli del moscardino aprono gli occhi a circa due settimane e vengono svezzati tra le 5 e le sette settimane di vita. La cura della prole è affidata esclusivamente alla madre. La maturità sessuale viene raggiunta dopo la prima ibernazione. L’aspettativa di vita è di circa tre anni. La femmina costruisce il nido tra i rami degli alberi o in una cavità scavata nel terreno con erba intrecciata, ramoscelli e muschio. Il nido del moscardino è di forma sferica con un'unica entrata. La femmina del moscardino può portare avanti fino a tre gravidanze in un anno. I moscardini durante la stagione della riproduzione costruiscono un nido diverso da quello utilizzato durante l’inverno come rifugio.
I moscardini sono degli animali molto attivi e curiosi. Tendono a vivere in nutriti gruppi sui rami degli alberi. Difficilmente scendono a terra, dove sarebbero una facile preda per eventuali predatori, ma preferiscono spostarsi saltellando da un ramo all'altro grazie alle possenti zampe. I moscardini sono una specie crepuscolare, attiva soprattutto di notte quando abbandonano il loro nido per andare alla ricerca di cibo o per spostarsi da un albero all'altro. Quando le temperature cominciano a scendere vanno in letargo. Il periodo dell’ibernazione cambia a seconda del clima e della latitudine, ma solitamente inizia a novembre e si conclude a fine marzo. In questa fase la temperatura corporea viene portata a zero gradi. Nelle regioni mediterranee i moscardini non vanno propriamente in letargo, ma, cadono in una sorta di torpore che viene interrotto da alcune ore di attività. In media la fase di torpore dura circa trenta giorni. I moscardini costruiscono due nidi diversi, uno per l’estate e uno per l’inverno. Il nido estivo viene costruito subito dopo il risveglio dal letargo e in alcuni casi tendono ad occupare anche le cassette per gli uccelli. In determinate situazioni i moscardini possono anche condividere lo stesso nido con altri esemplari della specie. La dieta di questi piccoli roditori si basa principalmente sul consumo di frutta e in particolare di nocciole di cui vanno molto ghiotti e che mangiano senza neanche estrarle dal guscio grazie ai loro acuminati incisivi. Non essendo dotati di intestino cieco, i moscardini - come tutti gli altri gliridi – non riescono a digerire la cellulosa e quindi difficilmente si nutrono di erba e di foglie. Non disdegnano, comunque, le ghiande, le bacche, le gemme, i fiori con il nettare, la frutta e quando capita qualche insetto e qualche larva. Nel periodo estivo, però, la dieta dei moscardini è composta esclusivamente da ghiande e nocciole, alimenti molto più nutrienti in vista dell’arrivo dell’inverno e del periodo del letargo. In questa fase è molto importante immagazzinare scorte a sufficienza per superare l’inverno e non sono rari i casi di moscardini, soprattutto quelli più giovani, che non riescono a sopravvivere al letargo perché non sono riusciti ad accumulare abbastanza riserve durante l’estate.
Il moscardino non è tra i mammiferi inseriti nella lista Rossa IUCN, in quanto è considerato una specie a basso rischio di estinzione ed è quindi tra quelle allevabili. Se si vuole allevare un moscardino, però, occorre denunciarlo al corpo forestale dello Stato. Si tratta di un animale molto schivo e riservato, quindi, non semplice da allevare in cattività. Come tutti i gliridi, il moscardino è tutelato dalla convenzione di Berna e quindi è assolutamente vietata la caccia o il prelievo in natura, ma può essere acquistato presso allevamenti specializzati. Necessita di molte cure ed è spesso soggetto a malattie. I cuccioli di moscardino vanno nutriti con latte per neonati che deve essere somministrato con delle piccole siringhe senza ago. Vanno poi svezzati con omogeneizzati a frutta e una volta cresciuti vanno nutriti con frutta e bacche. In cattività i moscardini vivono in media fino ai tre anni. Devono essere tenuti in gabbiette grandi abbastanza per consentirgli una certa libertà di movimento. Nella gabbia bisogna introdurre dell’erba e un po’ di muschio per consentirgli di crearsi un rifugio in cui nascondersi. Si devono introdurre anche dei rami per consentirgli di allenarsi nell'arrampicata. In agricoltura i moscardini non sono visti di buon occhio dai contadini e soprattutto da quelli che coltivano le nocciole. La presenza di una colonia di moscardini in un noccioleto è individuabile attraverso vari indizi quali il ritrovamento, nascosti tra i cespugli, di nidi dalla forma sferica con un’unica entrata, fatti di cortecce, muschio e fili d’erba o il rinvenimento di gusci vuoti di nocciole ancora intatti con sopra solo i segni degli incisivi di questi piccoli roditori. A causa della loro abitudine a rosicchiare le nocciole e la frutta, i moscardini sono spesso vittime di vere e proprie spedizioni punitive da parte degli agricoltori che tendono a stanarli e a ucciderli utilizzando trappole e fucili da caccia per proteggere il proprio raccolto. In media ogni anno ne vengono uccisi circa ventimila. Alcuni vengono venduti per poi essere utilizzati in cucina per la preparazione di piatti tradizionali come avviene in Calabria dove viene servito sotto forma di spezzatino. La sopravvivenza dei moscardini, infine, è minacciata anche dalla distruzione dei loro habitat naturali e dalle sempre maggiori difficoltà nel trovare gli alimenti necessari per la loro sopravvivenza. La distruzione dei boschi e delle foreste, le nuove tecniche di agricoltura intensiva hanno, infatti, ridotto al minimo la possibilità di trovare cibo a sufficienza per sopravvivere anche durante il periodo del letargo, di conseguenza, sono sempre di più gli esemplari di moscardino che soccombono all'inverno.
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