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Con il termine Marshall non si intende una razza di furetto, ma il tipo di allevamento di provenienza. Gli allevamenti Marshall sono degli allevamenti americani nati inizialmente per la creazione di cavie da laboratorio e che solo negli ultimi decenni hanno diversificato la produzione iniziando ad allevare furetti domestici. In questi allevamenti i furetti vengono allevati in batteria secondo tecniche ben precise che prevedono la deghiandolazione alla nascita per ridurre il cattivo odore proprio dell’animale e la sterilizzazione nei primi mesi di vita. A seguito di queste pratiche i furetti Marshall sono più piccoli e affusolati rispetto a quelli europei, ma, anche più deboli e più soggetti ad ammalarsi. Non è raro che in questi allevamenti avvengano accoppiamenti tra consanguinei che portano alla nascita di soggetti deboli e affetti da tare genetiche. I furetti Marshall si riconoscono dalla presenza di tatuaggi sulle orecchie. Solitamente si tratta di un puntino nel caso degli esemplari sterilizzati e di due puntini per quelli anche deghiandolati. La Marshall Farm può essere definita come il più grande allevamento intensivo di furetti del mondo con enormi capannoni contenenti centinaia di migliaia di esemplari chiusi in gabbia e pronti per essere spediti in ogni parte del pianeta.
Gli allevamenti europei a differenza di quelli oltreoceano non prevedono la deghiandolazione del furetto alla nascita, né tantomeno la sterilizzazione nei primi mesi di vita. I furetti provenienti da allevamenti italiani o europei sono venduti ‘interi’, ovvero, non vengono operati a meno che non sia l’acquirente a richiederlo con un costo aggiuntivo al prezzo finale. Un’altra differenza è data dalle caratteristiche fisiche del furetto europeo che, generalmente è più grande dei suoi simili allevati in allevamenti Marshall che vengono sterilizzata troppo precocemente bloccandone lo sviluppo. In alcuni allevamenti dell’est Europa vengono attuate pratiche molto simili a quelle americane come la deghiandolazione e la sterilizzazione precoce con gravi conseguenze sulla salute dei furetti. Quando si acquista un furetto europeo è bene accertarsi con esattezza della sua provenienza.
I furetti non sono catalogati come una specie selvatica a rischio, ma, come animali domestici e quindi la loro vendita è da considerarsi legale a tutti gli effetti. La commercializzazione e la detenzione dei furetti sono, comunque, interessate da altre normative come l’articolo 727 del codice penale che punisce il maltrattamento e la detenzione di animali in condizioni incompatibili con le loro caratteristiche naturali. E’ inoltre severamente vietato l’abbandono dei furetti in natura. La legge italiana, infatti, punisce l’introduzione di specie non autoctone sul territorio italiano per il rischio di distruzione degli ecosistemi e degli habitat delle specie autoctone. Nello specifico l’abbandono di furetti in natura può determinare dei rischi per la conservazione della puzzola, specie autoctona e a rischio conservazione. I furetti inoltre possono causare una notevole diminuzione degli insetti e dei piccoli invertebrati di cui si cibano gli altri predatori italiani. Attualmente non risultano presenti in Italia popolazioni naturalizzate di furetti, come invece è accaduto in Gran Bretagna e in Nuova Zelanda ad esempio, e la sua introduzione in natura determina significativi rischi per la conservazione della fauna e della flora locale e di conseguenza è severamente proibito l’abbandoni di questi piccoli animaletti domestici.
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