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L’educazione, per un cane che vive in casa, è fondamentale. Molte volte, ingannati dalla dimensione piccola e apparentemente inoffensiva dei cani da appartamento, i padroni tendono a lasciar correre tutto ciò che riguarda il loro addestramento: il risultato sono quei cani viziati, piccoli e dispotici che tanto spesso capita di vedere in giro. L’addestramento del cane da appartamento comincia nel momento stesso in cui il cucciolo arriva in casa. Fin da subito, sarà necessario fargli capire chi è che comanda, facendo leva sul suo essere un animale da branco (come tutti i cani, in quanto discendenti dei lupi): dobbiamo comportarci come se fossimo il capobranco, altrimenti il cane stenterà a obbedirci. Comportarsi da capobranco significa innanzitutto non mostrare indecisioni o debolezze per quanto concerne l’educazione dell’animale; secondo, evitare di umanizzare eccessivamente i comportamenti del cucciolo; terzo, all’atto pratico, evitare cose come far camminare il cane davanti a noi, o farlo mangiare prima di noi, che gli darebbero un senso di superiorità. Stabiliti i ruoli, possiamo passare a quello che è l’addestramento vero e proprio, che consiste in buona sostanza nel premiare i comportamenti positivi del cane, e nell’ignorare invece quelli negativi. Assolutamente vietate le botte e le sgridate: non solo non farebbero capire al cane ciò che stiamo cercando di spiegargli, ma lo renderebbero anche confuso e aggressivo. Premiamolo quando fa qualcosa di buono, come ad esempio quando smette di abbaiare, quando si comporta bene in presenza di ospiti, quando non sale sul letto e opta invece per la sua cuccia: il premio può consistere in qualche crocchetta, o un po’ di coccole, o delle lodi. Ignoriamo invece gli atteggiamenti negativi, come l’abbaiare, o al massimo limitiamoci a qualche rimprovero secco se sale sul letto o adotta un atteggiamento aggressivo. Possiamo, sempre con la stessa tecnica, anche insegnargli degli esercizi o dei comandi veri e propri, come ad esempio lo stare seduto, o a cuccia, o andare a prendere il guinzaglio o riportarci la pallina. E’ fondamentale che i comandi siano brevi e semplici da capire. Armiamoci inoltre di grande pazienza: diventare nervosi e insistere quando il cane non capisce un esercizio, è controproducente per noi e stressante per lui. Non insistiamo, e lasciamo che apprenda secondo i suoi tempi.
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Il cruccio più grande del padrone, però, è sempre lo stesso: come insegno al mio cane a non fare i bisognini in casa? La tecnica è sempre la stessa già spiegata in precedenza. Innanzitutto, cerchiamo di capire quando il cucciolo sta per fare i bisogni, e portiamolo tempestivamente fuori, lodandolo e ricompensandolo quando avrà evacuato nel posto giusto. Se cogliamo il cucciolo nel momento del misfatto, rimproveriamolo con un secco ‘no!’, e portiamolo invece nel luogo preposto ai bisognini. Attenzione: questa pratica è da adottare solo quando il cucciolo ha appena compiuto l’azione. Se arriviamo anche solo un minuto dopo, sarà tutto inutile: il cane non capirà il motivo del rimprovero, e finiremo solo col confondergli le idee. Col tempo, cerchiamo di mantenere una certa regolarità di orari per le passeggiate. E non scoraggiamoci durante il primo periodo: i cuccioli hanno molta più difficoltà a trattenersi rispetto ai cani adulti!
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