Cani

Il cane per l'uomo

Poche sono le persone che non amano i cani, l’uomo ed il cane quando si incontrano prima di essere quello che Neruda esaltò poeticamente come “un animale a sei zampe ed una coda”, sono il risultato di un, per quanto appassionato, reciproco errore nelle valutazioni: il cane reputa l’uomo come un proprio simile, cioè come un altro cane , e l’uomo gli attribuisce peculiarità e comportamenti che sono solo umani. Certo è decisamente difficile non amare i cani: sono tutti animali gioiosi, compagni fedeli che non si possono sostituire facilmente, dotati di un sesto senso che a volte fa quasi paura, di un animo nobile, di un cuore generoso e pieno di mille attenzioni tutte nei confronti del suo padrone. Quelle che i cani riservano al padrone non sono solo comunque delle semplici attenzioni: sono delle vere e proprie prove di affetto, fiducia e rispetto, che il cane mostra geneticamente in natura anche senza la presenza di un uomo, nei confronti per esempio del suo capobranco. Proprio per ciò, i cani sono diventati una parte importante della società moderna e, nella maggioranza dei casi, sono considerati membri della famiglia a tutti gli effetti. Dolci e pazienti con i bambini, obbedienti e rispettosi con gli adulti, perfetti compagni di gioco, ma, allo stesso tempo sanno essere seri e minacciosi guardiani: in pratica l'amico che tutte le persone desiderano.

I cani, come specie animale, sono stati addomesticata dagli uomini molto prima dei gatti, circa 20.000 anni fa, trasformandosi per lui, prima in strumenti di lavoro, poi in alleati per la guardia o la caccia, infine come veri e propri compagni della vita di tutti i giorni. Al giorno d’oggi gli uomini cercano un equilibrio fra la loro vita e le esigenze naturali dei cani, cercando di avere tutte le attenzioni per i cuccioli, senza però essere al loro servizio (come a volte sembra necessario per il gatto), non si può nascondere l’importanza dell’influenza dei padroni sul modo in cui i cuccioli scopriranno il mondo. Anche per questo diventa necessario che i padroni conoscano le diverse fasi di crescita dei cuccioli per adattare i propri comportamenti alla loro portata e ai loro bisogni, iun modo da ottenere un rapporto che sia in perfetto equilibrio.

cagnetto

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L'interazione

cagnolino Sempre più ricercatori concentrano la loro attenzione all’etologia, che è lo studio del comportamento degli animali, con le dovute differenze tra quelli allo stato selvatico e quelli addomesticati: alcuni provano con gli studi a comprendere le dinamiche delle società animali, altri cercano di capire i rapporti uomini-animali attraverso lo scambio di reciproci comportamenti. Conoscere il comportamento dei cuccioli permette di prevedere e soprattutto di evitare, correggendoli quando si è ancora in tempo, tutti i problemi di comportamento nei cani adulti, che spesso hanno degli esiti molto negativi, perché potrebbero portare alla disperata rassegnazione di alcuni padroni, e di conseguenza all’essere rifiutati e/o abbandonati. Un ruolo molto importante rivestono gli allevatori nella fase che precede l’arrivo dei cagnolini negli appartamenti dei nuovi proprietari. Moltissimi dei problemi che essi riscontrano infatti hanno esclusivamente origine da un cattivo sviluppo dei cuccioli o da un’errata educazione, due fasi sulle quali i padroni possono benissimo intervenire e risolvere i problemi. I futuri padroni devono quindi assolutamente prendere coscienza di quanto siano importanti le condizioni di sviluppo dei cuccioli per il loro corretto bilanciamento psico-fisico.

I padroni non potranno certamente andare ad agire su tutti gli aspetti della maturità del loro cane, ma, grazie alla conoscenza delle diverse fasi di approccio al mondo esterno, tramite le quali passano necessariamente i cuccioli, saranno in grado di comprendere ed interpretare i loro comportamenti. Non serve poi diventare degli psicanalisti per sapere, per esempio, quale comportamento avere davanti ad un cucciolo che mordicchia; così come non gli si chiederà di assimilare degli ordini che non è ancora in grado di acquisire, ma si esigeranno le prime risposte da parte sua. Si deve comprendere a pieno il mondo dei cuccioli per potere agire sul loro sviluppo, senza inibirli o limitarli ma facendo in modo che si adattino alla vita sociale e ad una perfetta convivenza con il padrone e la sua eventuale famiglia.

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La maternità nei cani

caneCerte specie di mammiferi, come nel caso di alcuni grandi erbivori, partoriscono cuccioli che sono già autonomi, sono in grado di camminare e di seguire la madre mentre raggiunge il branco. I cani invece sono animali con uno sviluppo incompleto alla nascita, perché il loro sistema nervoso non ha raggiunto la maturità, i cuccioli per esempio nascono sordi e ciechi e dipendono completamente dalla madre per un determinato periodo di tempo. Il comportamento materno risulta decisivo per il futuro equilibrio dei cuccioli, dato che assicura loro un corretto risveglio delle facoltà psicofisiche. E’ quindi fondamentale che le cagne abbiano potuto godere di buone condizioni fisiche e psicologiche, durante la gravidanza e fino al parto, in modo da potere essere madri attente e non stressate. Il vincolo madri-cuccioli rimane molto stretto fino allo svezzamento, cioè intorno alle sette settimane di vita, in questo periodo le madri sono i principali punti di riferimento dei nuovi nati, ma non le uniche: anche i “famigliari umani” che allevano i cuccioli assieme alla mamma hanno una forte responsabilità nell’assicurare il loro futuro equilibrio psicofisico.

I cuccioli devono essere sottoposti a stimolazioni da parte delle madri (leccamenti, contatti), ma anche a stimolazioni visive, sonore, ecc. I cuccioli che vivono isolati negli allevamenti sicuramente presenteranno in età adulta una serie di disturbi per la trascuratezza dei loro “padroni” che non sollecitano al meglio le loro funzioni. Il comportamento materno, pieno di attenzioni, verso i giovani cuccioli, determina l’educazione e lo svezzamento, ma non si può, come anticipato, trascurare l’importanza degli uomini che, anche involontariamente, possono limitare ai cuccioli una continua interazione con le madri, dato che i cani vivono comunque in un ambiente umano. L’interazione madri-cuccioli lascerà quindi presto il posto ai rapporti padroni-cuccioli ed è necessario saper gestire questa variazione senza imprecisioni.


Lo sviluppo dei cuccioli

Il periodo neonatale va dalla nascita del cucciolo, appena dopo il parto, al 14° giorno, quando i cuccioli aprono gli occhi. In questa fase i piccoli dipendono esclusivamente dalla madre. Il comportamento e le reazioni dei cuccioli dipendono da due fattori principali: la necessità di succhiare il latte ed il bisogno di conservare la loro temperatura corporea. In questo periodo i cuccioli soddisfano dunque essenzialmente i loro bisogni primari: mangiare, eliminare gli escrementi, dormire e muoversi. Nient’altro.

Il periodo di transizione invece si colloca fra il 14° ed il 21° giorno. I cuccioli cominciano ad approcciarsi ed a prendere coscienza del mondo esterno, aprono gli occhi e cominciano a muoversi su imitazione dei cani adulti. Continuano a succhiare il latte dalle mammelle dalla madre, ma la ricerca del cibo diventa più facile ad occhi aperti, anche se comunque si servono anche dell’odorato. Dall’età di circa diciotto giorni, i cuccioli imparano anche a bere il latte, leccando, da una ciotola.

Il periodo di socializzazione copre dalla quarta settimana alla dodicesima. I cuccioli diventano indipendenti e i loro gesti sono meno guidati da riflessi condizionati. Dal 21° giorno in poi cominciano a prendere un vero contatto con il mondo esterno e con gli altri animali vicini. Prendono poi conoscenza delle regole sociali che scandiranno di lì a poco tutta la loro vita. Questo è un periodo fondamentale per le basi dei rapporti madri-cani di età adulta. A questo punto tutti i sensi sono già correttamente sviluppati, i cuccioli vedono, sentono, capiscono, ecc. Anche lo sviluppo del sistema nervoso è completa, circa intorno alle sette settimane, quando i cuccioli diventano in grado di acquisire ed imparare diverse nozioni.


Il comportamento

Appena nati e per un buon primo periodo, i cuccioli strisciano verso la madre in cerca di cibo e si nutrono per circa sette-otto volte al giorno, dondolando la testa finchè trovano la mammella. Una volta raggiunta la meta e toccato il corpo caldo della madre, spingono verso di lei il muso e cercano il capezzolo. Con l’aiuto delle zampette anteriori, tutti i cuccioli stimolano la fuoriuscita del latte contemporaneamente, tutta la cucciolata succhia contemporaneamente, facendo dei movimenti di pressione sul ventre della madre. L’allattamento poi sarà gestito completamente dai cuccioli a partire dal 20° giorno di vita. Man mano che il tempo passa, la madre abbandonerà sempre più spesso la cuccia, e i cuccioli saranno liberi di sgranchirsi le zampe e esplorare piano piano i dintorni della cuccia, questo coincide con il loro mordicchiare il labbro inferiore della madre per provocare il rigurgito del cibo che lei ha già masticato. Questo comportamento però nei cani che vivono in casa sembra essere quasi scomparso.

Dopo la poppata la madre posiziona con delicatezza i cuccioli con il pancino all’aria e lecca la loro regione perineale per stimolare minzione e defecazione. La cagna ingurgita le deiezioni e dopo netta i suoi cuccioli con cura. Nei cani molto piccoli, durante il primo periodo oltre la nascita, l’evacuazione è un atto riflesso, con il tempo, entro le tre settimane di vita, il cagnetto impara a uscire dalla cuccia e a defecare ed urinare da solo: è questo il momento migliore per abituarlo ad utilizzare una zona prestabilita per la deiezione.

Quanto al movimento, i primi giorni i cuccioli si spostano davvero poco ed esclusivamente strisciando. Le teste ha compiono i tipici movimenti dondolanti. La madre è sempre molto attenta, tanto che se si dovessero allontanare troppo e non sentire più il calore suo e dei fratellini, è lei che li recupera e li riporta dolcemente nella cuccia. Per cominciare a camminare, nel vero senso della parola, i cuccioli devono aspettare almeno quattro –cinque settimane di vita, anche se già dai 10 giorni possono reggersi alla meno peggio sugli arti. I primi movimenti dei cuccioli compongono una camminata in linea retta con un moto ondulatorio del treno posteriore. A sette settimane il coordinamento motorio è completo e corretto.

I cuccioli dormono tantissimo, restano svegli soltanto il 5% del tempo complessivo e la veglia è dedicata principalmente alla poppata, fino ad arrivare, nella fase di transizione, al 35% del totale delle loro giornate. In seguito, i periodi di attività aumentano nella fase della socializzazione e giungono al 65%. A sei settimane i cuccioli possono permettersi anche di dormire fuori dalla cuccia.


I sensi del cane in crescita

Il tatto: questo senso è fortemente sviluppato fin dalla nascita, specialmente sulla zona del muso, e ciò permette al cucciolo di fissare il contatto con la madre ed i fratelli. Se si pizzica l’estremità della zampa, il neonato la ritira immediatamente e lancia un gridolino di dolore. Il cucciolo avverte benissimo anche le variazioni di temperatura ed è appunto il piacere del calore che lo aiuta e lo instrada nella ricerca delle mammelle.

L’odorato: questo senso alla nascita è del tutto assente ma si sviluppa molto velocemente già a partire dalla prima settimana. Nei primi giorni i cuccioli non sono in grado di trovare la madre basandosi sull’odore, ecco perché è la madre che cerca i piccoli, avendoli marcati con il suo odore. In età adulta, il fiuto dei cani è invece parecchio sviluppato, per intenderci: la superficie totale in un cane della mucosa olfattiva è di 7000 millimetri quadrati, nell’uomo è soltanto di 500 millimetri.

La vista: tutti i cuccioli sono totalmente ciechi durante tutto il periodo neonatale, anche se le palpebre sono chiuse però, mostrano un riflesso di contrazione se si toccano. Gli occhi cominciano ad aprirsi durante il periodo di transizione, ma i cuccioli, comunque, continuano a non vedere nulla per alcuni giorni, anche con le palpebre sollevate. Incominciano ad utilizzare la vista tra il 12° e il 16° giorno. I cani, rispetto all’uomo hanno la visione periferica superiore di 70 gradi e la visione binoculare inferiore di 20 gradi. Vedono perfettamente nell’oscurità e hanno percezione dei movimenti di tanto superiore all’uomo, circa dieci volte di più. Ecco il motivo per cui la comunicazione madre-cuccioli è molto precisa anche da lontano.

L’udito: tutti i cani sono sordi alla nascita, ecco perché la cagna non abbaia o emette alcun suono per comunicare con i suoi cuccioli. I piccoli invece si esprimono anche con l’aiuto di suoni, che la madre percepisce benissimo. I cani adulti poi sono in grado di percepire anche gli ultrasuoni. L’uomo non percepisce suoni più acuti di 20.000 hertz, mentre i cani hanno la capacità di percezione che arriva a 50.000 hertz. Dal 18° giorno, si può osservare nei cuccioli un riflesso di fronte a qualsiasi rumore imprevisto e forte. All’età di circa 25 giorni, si voltano anche verso un rumori percepiti a distanza.


Cani: Comunicazione verbale e gestuale

La comunicazione on il cane è fondamentale anche per gli esseri umani, è così che si stabiliscono le basi per un buon rapporto ed un buon sistema educativo. Quando si ha a che fare con dei cuccioli poi bisogna essere sicuri di essersi fatti comprendere e che abbiano ricevuto il messaggio che lanciamo loro.

I grugniti nel cane esprimono l’ira, ma non obbligatoriamente l’aggressività. Possono per esempio avvertire l’uomo o altri cani che un soggetto è diventato insofferente verso qualcosa. E’ insomma il suo modo per dire “ basta”.

Gli abbai gravi sono suoni utilizzati dal cucciolo sicuro di se, gli abbai acuti invece sono un segno che il cane è incerto o che sa di essere in torto.

Gli ululati sono un indice d’isolamento, sono utilizzati anche per compensare la loro paura della solitudine.

I gemiti possono corrispondere ad una espressione di piacere quando il cucciolo è appena nato. Poi però diventano segno di dolore, paura o di uno stato di malessere.

I guaiti significano prettamente un dolore fisico. Quando stiamo cercando di insegnare qualcosa al nostro cane egli non dovrebbe mai emettere un guaito, perché significherebbe che non è in grado di recepire il nostro insegnamento preoccupato o angosciato.


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