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Anche se notiamo nel nostro gatto i sintomi sopra descritti, è consigliabile evitare di lanciarci in diagnosi affrettate; molte dermatiti infatti presentano sintomi simili, e solo un consulto veterinario può accertare la reale presenza di un fungo a monte del problema. Appena notiamo la zona desquamata o priva di pelo sul corpo del gatto, portiamolo immediatamente dal veterinario: sarà lui ad eseguire poi specifici test (generalmente lampada di Wood o esami colturali) e a confermare o meno la diagnosi di tigna. Prima si diagnostica il problema, meglio è, non aspettiamo che la situazione diventi troppo grave. Sebbene infatti la tigna non sia una malattia di per sé particolarmente pericolosa, non va trascurata perché può avere comunque delle complicazioni, soprattutto in casi di sopraggiunta sovrapposizione batterica. Una volta accertata la presenza del fungo, si procede per due strade: terapia topica o terapia sistemica. La terapia topica consiste nel sottoporre l’animale a bagni medicati, o semplicemente nell’applicare lozioni o pomate fungicide sull’area colpita: questa soluzione può essere valida in caso di piccole lesioni, anche se spesso il gatto, leccandosi via la pomata, compromette la buona riuscita della terapia. La terapia sistemica invece consiste nel debellare il fungo dall’interno, tramite l’assunzione di farmaci per via orale. Sarà il veterinario stesso a indicarci il farmaco adatto alla nostra situazione. Si consiglia comunque, ove possibile, di utilizzare farmaci per utilizzo specificatamente animale; quelli a uso umano infatti, sebbene sicuramente più economici, hanno un maggior impatto negativo sul fisico dell’animale, soprattutto a livello epatico. Non va sottovalutato infine l’ambiente: se l’animale è stato colpito dalla tigna, è probabile che la casa sia infestata dalle spore del fungo, e bisogna quindi procedere a una pulizia approfondita (soprattutto degli ambienti prediletti del gatto) e utilizzare frequentemente disinfettanti e aspirapolvere.
La tigna è una zoonosi: si trasmette cioè dal gatto all’uomo, e anche viceversa. Teniamo presente che le spore dei funghi possono essere praticamente ovunque, quindi non è difficile entrarvi in contatto e infettarci, o diventare noi stessi portatori di spore e magari infettare anche il gatto. C’è però una buona notizia: il sistema immunitario dell’uomo adulto è più che in grado di tener testa a qualche spora, quindi il più delle volte il contatto con esse è assolutamente innocuo, ancor di più se curiamo per bene la nostra igiene quotidiana e ci cambiamo spesso gli abiti.… basti pensare che altrimenti veterinari e gattofili sarebbero costantemente vittime di infezioni di vario genere. Può accadere, però, che una persona entri in contatto con la spora in questione in un momento in cui è già immunodepresso per altre cause (terapie invasive, trattamenti post-operatori, o anche una semplice brutta influenza): in tal caso probabilmente il suo sistema immunitario non sarà in grado di far fronte all’attacco del fungo, e l’individuo si ammalerà. Anche negli esseri umani la tigna si cura localmente o tramite assunzione di farmaci per via orale; generalmente la terapia dura un mesetto, dopo di che gli esami vanno ripetuti per controllare se il fungo è stato debellato.
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