Vi sono diverse tipologie di acquario marino, in base all’ambiente che abbiamo intenzione di ricreare.
Gli acquari che ricreano l’habitat del Mare Nostrum sono detti, non a caso, mediterranei: questa tipologia è spesso poco tenuta in considerazione, in quanto meno vistosa e sgargiante di quella tropicale, ma di recente sta prendendo sempre più piede fra gli appassionati del settore.Nel caso di un acquario mediterraneo, la temperatura deve obbligatoriamente mantenersi fra i 15° e i 22°: è buona norma inoltre riprodurre in vasca anche le variazioni stagionali di temperatura che avvengono in natura. Se ciò ci risulta difficoltoso, dovremo acquistare un refrigeratore. Il refrigeratore può non essere necessario se alleviamo specie di pesci che in natura vivono vicine alla superficie, ma diventa indispensabile qualora decidessimo di allevare pesci che vivono a profondità più alte o addirittura nei fondali.Stiamo attenti anche al fatto che la temperatura non superi mai i 22°, nemmeno in estate, poiché temperature più alte potrebbero avere conseguenze dannose, come ad esempio il proliferare di alghe infestanti che rendono difficoltosa l’ossigenazione dell’acqua.Altra cosa che va tenuta presente,se decidiamo di optare per l’acquario mediterraneo, è che reperire i pesci in negozio è parecchio difficile, a differenza ad esempio di quelli tropicali che hanno un mercato molto più vasto: quindi il più delle volte, bisogna pescarseli da sé.Questo, se può essere un ulteriore elemento affascinante per sub, pescatori e persone che hanno un buon rapporto col mare, può invece scoraggiare gli acquariofili che non rientrano in queste categorie. Questi ultimi potrebbero rivolgersi a dei pescatori professionisti per reperire i pesci, ma ovviamente non senza difficoltà o spese. ACQUARIO JUWEL RIO 180 ACCESSORIATO COMPLETO MATERIALE FILTRANTE BIANCO 180 LT Prezzo: in offerta su Amazon a: 320€ |
Altra tipologia di acquario marino è quello tropicale: dovendo ovviamente riprodurre l’habitat naturale della flora e della fauna che ospita, saranno necessari accorgimenti differenti rispetto all’acquario mediterraneo.
La prima e più sostanziale differenza è la temperatura: la temperatura del nostro acquario tropicale dovrà mantenersi costantemente intorno ai 25° (al minimo 24°, al massimo 28°). Come per l’acquario mediterraneo, anche in questo caso il mancato mantenimento di tali temperature può portare conseguenze disastrose, e il proliferare di organismi infestanti. Ovviamente, date le temperature più alte, non sarà necessario un refrigeratore: per contro, però, potrebbe servirci un termoriscaldatore.Oggigiorno vi sono in commercio termoriscaldatori dalle prestazioni elevate e dalla massima affidabilità: conviene quindi magari spendere un po’ di più in prima battuta, onde non doversi poi pentire dell’acquisto fatto. E’ consigliabile sceglierne uno più potente di quanto richiesto: in tal mondo, non funzionando a pieno regime, si usurerà di meno e durerà di più.Ancora, particolare attenzione andrà all’illuminazione del nostro acquario tropicale, dal momento che ovviamente ai tropici la luce del sole è particolarmente intensa. Non risparmiamo quindi sulla potenza delle luci (siano esse al neon, HQI o HQL), anche perché ne avremo un doppio vantaggio: le luci produrranno anche calore, andando a contribuire al benessere nel nostro “mare tropicale in miniatura” e ad alleggerire il lavoro del termoriscaldatore.Come pesci possiamo cominciare con chromis viridis, chrysiptera springeri, e altri pesci di semplice gestione; per quanto riguarda gli invertebrati orientiamoci su degli actinodiscus, scegliendo sempre fra specie che non richiedano cure troppo particolareggiate. Fondamentale infine l’inserimento di un ‘team’ di organismi spazzini, che aiuteranno a tenere pulito il fondale e i vetri, e ad evitare il deposito di sostanze di rifiuto prodotte dagli altri animali. A questo scopo potremmo utilizzare gamberetti del genere lysmata, o degli stenopus (attenzione a non mettere più esemplari maschi all’interno della stessa vasca), dei paguri come i clibanarius, e così via.Infine, tra le tipologie di acquari più ‘glamour’ in assoluto, non si possono non menzionare gli acquari di barriera (o reef acquarium). Difficili da gestire, e in genere molto amati dagli acquariofili, gli acquari di barriera sono acquari in cui si cerca di ricreare l’habitat della barriera corallina tropicale.
Possono contenere qualsiasi tipologia di flora e fauna che rientri nel biotopo scelto: pesci, piante, coralli molli e duri, crostacei, molluschi, invertebrati, ma, a differenza degli altri acquari marini, nell’acquario di barriera l’obiettivo principale è ospitare coralli e invertebrati (a volte i pesci sono esclusi del tutto).Da qui la difficoltà dello gestire questi acquari: gli invertebrati sono infatti tra gli animali più delicati esistenti in natura, e in genere vengono prelevati direttamente dagli oceani (la riproduzione in cattività è ancora poco diffusa). Sono quindi abituati alla vita in ambienti incontaminati, e per farli vivere in un acquario sarà necessario ricreare il più possibile tali condizioni.Il cuore pulsante dell’acquario di barriera sono le rocce vive: si tratta di frammenti calcarei di origine corallina, che, oltre a conferire un aspetto assolutamente naturale al nostro acquario, fungono anche da filtri e permettono di allevare le specie più delicate di pesci o, appunto, invertebrati. Ve ne sono di diverse tipologie, dalle semplici rocce di base, a quelle ricche di vegetazione o di batteri.Gli acquari di barriera possono essere classificati sia in base alla gestione (berlinese, Xacqua, Zeovit,…) sia in base alla dimensione: in questo caso si dividono in Picoreef (acquari in miniatura, al di sotto dei 20 litri), Nanoreef (fra i 20 e i 100 litri) e Reef (dai 100 in su).
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