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Il pesce San Pietro vive su fondali sabbiosi, generalmente a circa 200 metri di profondità, anche se può capitare di avvistarlo in prossimità delle coste. E’ diffuso nella maggior parte dei mari tropicali e temperati, come il Mar Mediterraneo e il Mar Nero. Lo si trova anche nell’Oceano Atlantico, in prossimità delle coste scandinave e sudafricane; nell’Oceano Indiano, invece, è diffuso lungo le coste del Madagascar e della penisola dell’India.
E’ un animale solitario, quindi non si muove in branchi, ed è un cacciatore molto vorace: si avvicina alle prede nuotando lentamente (la sua particolare struttura piatta non gli permette di nuotare a velocità elevate), e poi le cattura in maniera fulminea sfruttando la sua bocca protrattile. Si nutre per lo più di piccoli pesci, ma anche di crostacei e cefalopodi.Il San Pietro è un pesce che raggiunge la maturità sessuale tardi, tra i 4 e i 15 anni, e si riproduce nei primi mesi dell’anno (dall’inverno alla tarda primavera, a seconda delle zone in cui vive). Le sue uova, pelagiche, vengono fecondate esternamente. Tatuaggi Temporanei Impermeabili Adesivi Body Art Animali Leone Di Pesce Trasferimento Per Spalle Torace Schiena Posteriore Festival Moda Arte 48x17cm Prezzo: in offerta su Amazon a: 18,94€ |
Stando agli esperti, pescare un pesce San Pietro non è cosa facile: si tratta infatti di una specie piuttosto rara, e anche pescatori con una lunga carriera alle spalle vi si sono imbattuti poche volte.
Si pesca con reti da traino, da posta e palamiti, ma per lo più si cerca di insidiarlo a bolentino. Quella a bolentino è la tecnica di pesca dilettantistica dalla barca più diffusa in assoluto: si effettua a motore fermo, e sia a barca ancorata che non ancorata. Si utilizzano la canna da pesca o la togna (una particolare lenza a mano), e varie esche: piccoli crostacei, molluschi, vermi o pesciolini; più raramente, possono essere utilizzate anche esche artificiali.A volte capita anche di ritrovarsi il pesce San Pietro attaccato alla lenza per sbaglio, perché sta mangiando un pesce che aveva precedentemente abboccato.Una curiosità: il nome di questo pesce deriva proprio da una leggenda legata alla pesca. Si narra che San Pietro ne avesse pescato uno durante una sessione di pesca, ma, commosso dal gemito che questa specie emette quando viene catturata, decise di liberarlo, e nel farlo gli lasciò sui fianchi l’impronta delle dita (il caratteristico cerchietto scuro che questo pesce presenta).Le carni del pesce San Pietro sono considerate pregiate ed estremamente saporite: si tratta infatti di un pesce tenero e facile da disliscare –le spine sono poche e grandi-. E’ un alimento con un elevato valore nutrizionale e un sapore molto delicato. Al momento dell’acquisto, assicuriamoci che l’odore sia gradevole, il colore delle squame brillante, e che gli occhi non siano infossati (indice che il pesce è già vecchio di qualche giorno); va consumato preferibilmente in giornata, anche se è possibile conservarlo in frigo per massimo un paio di giorni.
Prima di essere cucinato, il pesce San Pietro va lavato, eviscerato, e all’occorrenza sfilettato, anche se cucinato intero risulta più gustoso. Se siamo in cerca di spunti, nel web si trovano tantissime ricette per la preparazione di questo pesce: all’acqua pazza, al forno con le patate, al cartoccio, al cognac, alla besciamella, e chi più ne ha più ne metta.Il pesce San Pietro, essendo un pesce nutriente e saporito ma piuttosto leggero, si presta particolarmente a preparazioni ipocaloriche e piatti light, e viene spesso inserito in diete di vario genere.
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