I pesci vivono praticamente in qualsiasi specchio d’acqua, dagli immensi oceani ai piccoli laghetti. I pesci che vivono in acque salate sono tantissimi, e presentano adattamenti diversi a seconda delle zone in cui vivono.
Le specie di pesci marini che vivono più vicine al fondo, o in prossimità di zone frastagliate come le barriere coralline, hanno spesso un corpo agile e appiattito, che permette loro di districarsi fra le asperità del terreno senza fatica; le specie pelagiche invece, quelle che vivono in mare aperto, si specializzano nel nuoto in acque libere; ancora, le specie cacciatrici per eccellenza (come il Barracuda), sono particolarmente predisposte all’accelerazione, e quindi hanno una forma scattante, simile a un dardo.Un fenomeno molto comune tra i pesci marini è quello della migrazione: grandi banchi di pesci si spostano da una parte all’altra del mare, anche avvicinandosi alle coste, a volte per ragioni climatiche, a volte per alimentarsi (migrazioni trofiche) o per riprodursi (migrazioni genetiche), altre volte ancora per cause del tutto sconosciute. Tenere d’occhio le migrazioni ittiche è molto importante per chi li studia, o per chi si occupa di attività come la pesca, sia sportiva che a scopo commerciale. VitaPaws Olio di fegato di merluzzo 550 mg per cani - 180 Capsule - SimplySupplements Prezzo: in offerta su Amazon a: 16,45€ |
Ma, come spesso accade, l’impatto antropico rischia di avere conseguenze devastanti sugli abitanti del mare, e negli ultimi decenni la situazione peggiora sempre più. Da un lato c’è l’inquinamento, che rende le acque sempre meno vivibili e miete sempre più vittime; ma i principale fattore di rischio è costituito dalla pesca, soprattutto per quanto riguarda le specie commerciabili.
Negli ultimi sessant’anni l’attività della pesca è andata aumentando, e soprattutto ha potuto avvalersi di mezzi di cattura sempre più sofisticati ed efficaci, anche su vasta scala: questo ha portato a conseguenze notevoli. In alcuni casi, la riduzione della popolazione di alcune specie è stata così sensibile da spingere Organizzazioni e Commissioni Internazionali a emanare norme per la loro tutela.Altro fattore che contribuisce a minare l’equilibrio del mare, è il mercato della vendita di pesci marini per acquari, in costante sviluppo: negli ultimi anni infatti l’acquariofilia marina si è andata diffondendo parecchio, e, a differenza di quanto avviene per le specie di acqua dolce, le specie marine da mettere in acquario non vengono allevate ma catturate direttamente in natura, e poi commerciate e trasportate nei luoghi di destinazione (inutile dire che molti esemplari perdono la vita durante questi spostamenti).Come si è già detto, l’acquariofilia marina conta sempre nuovi appassionati, sebbene per certi versi sia più complicato gestire un acquario d’acqua salata rispetto a uno d’acqua dolce: si avrà bisogno di una vasca più grande, un’attrezzatura più particolareggiata (come ad esempio lo schiumatoio), ricambi d’acqua più frequenti, e così via.
Le tipologie di acquario marino sono più di una: si va dagli acquari mediterranei, che sono quelli che –come suggerisce il nome- riproducono l’habitat del Mare Nostrum, ai coloratissimi acquari tropicali (che spesso richiedono l’utilizzo un termoriscaldatore per mantenere l’acqua più calda), agli acquari di barriera, che riproducono l’ambiente della barriera corallina, e spesso sono assolutamente privi di pesci.Le specie di pesci che possiamo inserire in un acquario marino sono tantissime: il più diffuso è probabilmente il pesce pagliaccio, ma vi sono anche il pesce chirurgo, il pesce palla, il pesce balestra, il pesce angelo, le murene, e ovviamente i particolari e ben conosciuti cavallucci marini, animali molto belli da vedere ma difficili da allevare, poiché delicati e molto sensibili alla qualità dell’acqua.
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