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Il serpente piumato era venerato da numerose civiltà tra cui gli Olmechi, i Mixtechi, i Toltechi, gli Aztechi e i Maya e per oltre 2000 anni è stato oggetto di culto. Culto che in alcune civiltà prevedeva anche i sacrifici umani. Molti sovrani aztechi e maya assunsero durante il loro regno il nome di Quetzalcoatl e Kukulcan. Sulla sua nascita ci sono molte leggende. Alcune narrano che lui e il suo gemello furono partoriti da una vergine, la dea Coatlicue, mentre, per altre sarebbe figlio di Xochequetzal e Mixcoatl. Secondo un mito azteco il dio serpente fu sedotto dalla sorella gemella, mentre, era ubriaco e poi si uccise per il rimorso e il suo cuore si trasformò nella stella del mattino. I primi a venerare il serpente piumato furono i toltechi, una delle più antiche popolazioni mesoamericane. I toltechi avevano un sistema dualistico di culto che prevedeva Quetzalcoatl e il suo opposto Tezcatlipoca, che secondo il mito costrinse il dio serpente all’esilio che partì su una imbarcazione fatta appunto di serpenti. Dalla cultura dei toltechi discendeva quella degli aztechi che trasformarono i due dei in gemelli, opposti con Quetzalcoatl che veniva chiamato il ‘bianco’ e Tezcatlipoca che invece era il ‘nero. Queste due divinità - secondo il culto azteco - avrebbero creato il mondo. La venerazione del ‘serpente piumato’ era tanto radicata nella civiltà azteca che quando il conquistatore spagnolo Hernan Cortes arrivò in Messico nel 1519, l’imperatore azteco Montezuma II credette fosse l’incarnazione di Quetzalcoatl e lo accolse come un dio.
Ai Maya e al ritorno sulla terra del dio “Serpente piumato’ si deve la credenza relativa all’imminente fine del mondo nel 2012. Nei culti pre-colombiani, infatti, era diffusa la convinzione che Quetzalcoatl, artefice del ciclo dei mondi, avesse dato il via anche al quinto mondo, quello tutt’ora in corso. Come tutti i mondi, anche quello attuale oltre ad un inizio deve avere una fine e la fine secondo il calendario Maya coinciderebbe appunto con il 22 dicembre 2012 data in cui - secondo i catastrofisti - un cataclisma di proporzioni gigantesche arriverà a distruggere la terra. Secondo il culto dei Maya, i quattro mondi precedenti erano stati distrutti dal diluvio e dal fuoco e Quetzalcoatl, sceso negli inferi, aveva creato il quinto mondo - quello degli uomini - dalle ossa delle razze che li avevano preceduto.
Le civiltà precolombiane non sono state le uniche a idolatrare una divinità con le sembianze di un serpente. Prima di loro ci sono stati gli egiziani che raffigurarono il dio Atum come un enorme serpente nero dotato di piume. Atum, poi, dopo aver attraversato gli Inferi si innalza al cielo tramutandosi nel Dio del Sole Ra. Una sorta di trasfigurazione mitologica della muta, pratica altamente simbolica e associata al concetto di rigenerazione. In Asia il serpente è stato da sempre oggetto di culto in India. Visnù, la divinità creatrice è rappresentata seduta su un enorme serpente e con una corona di cobra. In Cina, il serpente si trasfrigura in un drago ricoperto di piume. Il dragone cinese ha una funzione apotropaica, ovvero, si pensa abbia la capacità di allontanare gli influssi maligni. Nella mitologia degli aborigeni australiani ci sono due divinità opposte anch’esse raffigurate come due serpenti. Due fratelli a cui si doveva la creazione della terra, delle montagne, dei fiumi e così via. Anche le civiltà europee guardarono ai serpenti come a delle divinità. Un esempio sono le statuette votive cretesi della dea che stringe in mano dei serpenti. Infatti per la civiltà minoica i serpenti erano un simbolo positivo e di fertilità. Per i romani i serpenti erano associati a Esculapio che era il dio della medicina. Alla medicina li associavano anche i greci per cui erano animali contemporaneamente positivi, ma, anche negativi.
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