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La tartaruga di terra o di Hermann appartiene all’ordine delle testuggini e vive solo nelle regioni dell’Europa Meridionale. Il suo areale, ovvero l’area in cui vive e si riproduce, va dalla Spagna fino alla Romania, isole del mediterraneo incluse. E’ una specie molto forte e riesce ad adattarsi a diversi ambienti, da quelli molto umidi a quelli molto secchi. Predilige i climi caldi o comunque temperati. Il suo habitat naturale è rappresentato da boschi, pascoli e fattorie. Il ceppo italico è presente un po’ in tutte le regioni, con piccole differenze tra una zona e l’altra. Nelle regioni settentrionali gli esemplari sono piccoli e con macchie chiare sul carapace. Quelli toscani hanno, invece, il carapace ovale color arancio. In Puglia presentano macchie scure come anche in Calabria, dove però lo sfondo del carapace è aranciato. Presenti anche in Sicilia e in Sardegna dove sono molto più grandi arrivando a pesare anche due chili. Sono animali docili e facili da accudire caratterizzati da un carapace con macchie nere e gialle che si scuriscono con il trascorrere degli anni. Sono tartarughe erbivore e si nutrono principalmente di verdure in foglia e frutta. Si tratta di una specie protetta e può essere commercializzata solo in caso di animali già nati in cattività.
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La testuggine palustre, nota anche come Emys orbicularis, appartiene alla famiglia delle Emydidae e vive in tutta l’ Europa centro-meridionale e nel nord Africa. In Italia si trova solo in alcune regioni tra cui la Pianura Padana, le zone palustri della Maremma Toscana, nel Lazio, in Campania e in Calabria. Del tutto assente nelle regioni alpine e sulla dorsale appenninica. La progressiva scomparsa del suo habitat naturale è alla base della minaccia di estinzione della specie. La testuggine palustre, infatti, predilige principalmente le acque tranquille, con fondale fangoso come stagni, fossati, paludi, fiumi e canali. Si tratta di tartarughe relativamente piccole poiché arrivano a misurare fino ad un massimo di 20 centimetri. Le femmine sono sempre più grandi rispetto ai maschi. Il carapace è ovale e di colore scuro. La pelle varia dal giallo al verde scuro con puntini gialli. Entrambi i sessi sono dotati di una coda molto lunga provvista di un unghia finale. Le principali differenze tra le varie testuggini palustri italiane riguardano essenzialmente il colore e la forma del carapace: quelle della Pianura Padana hanno il guscio verde scuro e di forma bombata, quelle della Sicilia sono più chiare con carapace più piatto. Le sottospecie meridionali di solito sono più piccole rispetto a quelle settentrionali.
La Caretta Caretta, nota anche come tartaruga marina comune, è una specie caratteristica del bacino del Mediterraneo e in Italia si trova soprattutto sulle coste della Sardegna, della Campania, della Sicilia e della Puglia. Sono caratterizzate dal corpo allungato, dalle zampe a forma di pinna e dal guscio robusto. Si tratta di tartarughe molto grandi che arrivano a raggiungere anche il metro e mezzo di lunghezza per un quintale di peso. Hanno la testa grande e le zampe robuste dotate di due unghie. Il carapace è rosso-marrone con striature scure negli esemplari giovani, il piastrone è giallo ed è a forma di cuore con larghe macchie arancioni. Non si conosce molto delle abitudini delle tartarughe marine ma, trattandosi di rettili a sangue freddo, tendono a prediligere acque temperate in cui riuscire a termoregolare la temperatura corporea. Riescono a restare sott’acqua per molto tempo nonostante siano dotate di polmoni e non di branchie, questo comporta la necessità di risalire in superficie per respirare di tanto in tanto. Le tartarughe caretta caretta prediligono acque tiepide e poco profonde come quelle del Mar Mediterraneo dove si trovano soprattutto negli specchi d’acqua antistanti le coste dell’Italia, della Grecia, della Turchia, della Tunisia, della Libia, della Siria e di Israele. Purtroppo si tratta di una specie a rischio estinzione a causa dell’inquinamento marino, della scomparsa progressiva degli habitat di nidificazione e dEgli incidenti causati dalle reti a strascico in cui rimangono impigliate e muoiono.
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