testuggine greca

Caratteristiche

La tartaruga greca, conosciuta anche come Tartaruga Moresca, è un rettile di terra appartenente alla famiglia delle testuggini. Molto simile nell’aspetto alla Testuggine Hermanni, se ne differenzia per la presenza di sporgenze cornee sulle cosce e per l’assenza del tubercolo corneo in cima alla coda tipico, invece, della Hermanni. Un’altra differenza è rappresentata dalla forma dello scuto sopracaudale che nella testuggine greca è singolo, mentre nella Hermanni è doppio. Questa specie è caratterizzata dal carapace giallastro nella parte centrale degli scuti e marrone scuro lungo i bordi. A seconda della sottospecie, le testuggini greche possono misurare dai 25 ai 35 centimetri. La corazza ha la forma di una cupola. Il piastrone è giallo o marrone chiaro con macchie scure di dimensioni variabili. La testuggine greca presenta numerose sottospecie e al loro interno si riscontrano numerose variazioni sia di colore sia di dimensioni. La sottospecie più diffusa è la Testudo graeca ibera che raggiunge i 25 centimetri di grandezza nelle femmine e i 16 nei maschi. In Italia è presente in Sardegna anche un’altra sottospecie, la Testudo graeca nabeulensis, che raggiunge i 18 centimetri di grandezza. Per quanto riguarda la classificazione delle sottospecie è in atto da parte degli studiosi un complesso processo di revisione. Le testuggini greche presentano uno spiccato dimorfismo sessuale che consente la distinzione dei due sessi attraverso l’osservazione dei caratteri sessuali secondari. Uno di principali elementi di distinzione, se si escludono le dimensioni maggiori della femmina rispetto al maschio, è rappresentato dalla coda che nel maschio è più lunga e robusta, mentre nella femmina è piccola e corta. Anche la distanza dell’apertura cloacale è maggiore nel maschio. I maschi, inoltre, presentano una specie di rientranza sul piastrone che serve per rendere più agevole la monta durante l’accoppiamento, quando il maschio monta la femmina salendo sul carapace. Lo scuto sopracaudale, infine, nel maschio è curvo mentre nella femmina è in linea con il carapace. Le testuggini sono dotate di una vista molto acuta che gli consente di distinguere i colori, le forme e anche le persone. Anche l’odorato e il senso dell’orientamento sono molto sviluppati, a differenza, invece, dell’udito
testuggine greca

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Habitat naturale

e distribuzione

testuggine greca La testuggine greca è una tartaruga tipica delle regioni mediterranee, dell’Asia Minore e dell’Africa settentrionale. La si può trovare in Italia, in Spagna, in Grecia, in Turchia, sulle coste bulgare e rumene e in alcune isole mediterranee. In Asia vive in tutti i territori dell’Asia Minore, dall’Iran al Pakistan, mentre nel Nord Africa è diffusa in Algeria, Tunisia, Libia e Marocco. In Italia la sottospecie più diffusa è la testudo graeca ibera che è presente in Toscana, Liguria, Lazio, Puglia, Sicilia e Sardegna. In Sardegna si trovano esemplari con caratteristiche intermedie tra la T. graeca graeca e la T. graeca nabeulensis che è originaria della Tunisia. L’habitat naturale della specie varia a seconda della sottospecie, ma, in generale questa tartaruga predilige gli ambienti mediterranei con un clima caratterizzato da inverni miti ed estati secche e calde. Il suo habitat è caratterizzato da distese aride e cespugliose, con vegetazione bassa e piante tipiche della macchia mediterranea e del sottobosco. Le testuggini greche amano anche le dune sabbiose lungo le coste e le pinete costiere caratterizzate dalla presenza di pini mediterranei, lecci e alberi di sughero. In alcuni casi possono avventurarsi all’interno di uliveti, vigneti e agrumeti. In questi habitat gli esemplari di questa specie di testuggine riescono a trovare facilmente da mangiare.

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Riproduzione

La stagione degli amori per le testuggini greche coincide con il risveglio primaverile dal letargo. In questo periodo il maschio inizia a corteggiare la femmina seguendo un rituale molto articolato consistente in piccoli inseguimenti, morsi e colpetti al carapace. Le testuggini greche raggiungono la maturità sessuale intorno ai dieci anni di vita. L’accoppiamento vero e proprio si verifica quando il maschio monta sul carapace della femmina penetrandola da dietro aiutandosi con la coda. Durante l’accoppiamento il maschio emette un suono, l’unico verso che sono capaci di riprodurre. La femmina può conservare lo sperma del maschio all’interno di un particolare organo, noto come spermateca, anche per quattro anni e utilizzarlo per fecondare le uova quando lo ritiene necessario. Una volta fecondata la femmina depone un numero variabile di uova in apposite buche scavate nel terreno utilizzando le zampe posteriori. Le deposizioni avvengono da maggio a luglio. L’incubazione dura circa tre mesi e il calore necessario per lo sviluppo dell’embrione sarà fornito dal terreno. In base alla temperatura di incubazione si avrà la nascita di un numero maggiore di esemplari femmina o maschi. Se la temperatura è inferiore ai 30,5 gradi, allora nasceranno più maschi, mentre se è superiore, nasceranno più femmine. A una temperatura di 30,5 gradi si avrà lo stesso numero di maschi e di femmine. I piccoli quando arriva il momento rompono il guscio con il dente dell’uovo, una sorta di piccolo corno presente sulla fronte che perderanno pochi giorni dopo la nascita. Per rompere l’uovo e uscire completamente fuori i piccoli possono impiegare fino a due giorni nel corso del quale assorbono completamente il sacco vitellino.


Abitudini

e alimentazione

testuggine greca Essendo animali a sangue freddo le testuggini greche, come tutti i rettili, non sono capaci di termoregolarsi autonomamente, ma, necessitano di assorbire il calore, necessario per alzare la temperatura corporea e per attivare il metabolismo corporeo, dai raggi del sole. Le testuggini trascorrono le prime ore del giorno distese al sole per poi riprendere la normale attività quotidiana che consiste principalmente nella ricerca del cibo. Le testuggini greche non sopportano le temperature troppo alte e quando il termometro supera i 27 gradi cercano riparo e refrigerio all’ombra o in buche scavate nel terreno. In inverno, quando le temperature scendono sotto i 10 gradi vanno in letargo. Una ventina di giorni prima le testuggini smettono di alimentarsi completamente per svuotare del tutto lo stomaco. Il letargo inizia a novembre e termina a marzo. In questa fase le testuggini greche si rintanano in profonde buche nel terreno. La temperatura del rifugio non deve mai superare i dieci gradi centigradi altrimenti si determinerebbe uno stato di dormiveglia pericoloso per l’esaurimento prematuro delle scorte di grasso che potrebbe condurre alla morte dell’animale. Gli esemplari che vivono nei paesi più caldi come quelli del nord Africa durante l’inverno restano attivi, ma, vanno in estivazione durante l’estate quando le temperature diventano troppo alte. Nei mesi estivi restano rintanate in buche sotterranee in uno stato molto simile al letargo. Per quanto concerne l’alimentazione, invece, le testuggini greche sono dei rettili vegetariani e si nutrono quasi esclusivamente di erbe e verdure. Nei periodi di siccità possono integrare la loro dieta con piccoli insetti e soprattutto chiocciole da cui ricavano il calcio necessario per il carapace. Vivendo in un habitat naturale molto arido, gli esemplari selvatici si nutrono quasi esclusivamente di erbe secche. Gli esemplari detenuti in cattività spesso rischiano di essere sovralimentati. Se si possiede una testuggine greca, bisogna evitare di darle da mangiare carne, formaggi, uova, pane, lattuga e agrumi. Tra le verdure più adatte per la loro alimentazione ci sono il tarassaco, il radicchio, la cicoria, i broccoli, la rucola e tutte le verdure con un alto apporto di calcio e fosforo fondamentali per la salute del carapace. La lattuga, di cui sono molto ghiotte, deve essere data solo in piccole quantità poiché troppo povera di calcio. Si possono somministrare anche delle carote, dei pomodori e alcuni frutti di stagione. Quando si somministra la frutta, che non deve mai superare il 10% della dieta quotidiana, bisogna fare attenzione ai frutti con i noccioli che se ingeriti possono causare un blocco intestinale.


testuggine greca: Allevamento

testuggine greca La testuggine greca è inserita nella Red List degli animali a rischio estinzione. E’ protetta dalla Convenzione di Berna e da quella di Washington quindi sono severamente vietati la caccia e il prelievo in natura. E’ una specie allevabile in cattività, ma, sia l’allevamento sia il commercio degli esemplari nati in cattività sono rigidamente regolamentati. Si possono vendere solo esemplari nati in cattività. In Italia i compiti di tutela della specie e di vigilanza sul rispetto delle norme nazionali e internazionali spettano agli uomini del Corpo Forestale dello Stato. I principali fattori di rischio per la conservazione della specie sono la scomparsa degli habitat naturali, l’utilizzo di pesticidi e macchinari industriali per la coltivazione dei campi, l’urbanizzazione del territorio e la cattura illegale degli esemplari selvatici. Fino a qualche decennio fa le testuggini greche venivano catturate anche per scopi alimentari, ma, con l’introduzione di divieti sia a livello europeo che a livello nazionale questo fenomeno è scomparso. La testuggine greca è stata allevata fin dall'antichità per vari scopi. Veniva allevata per usi alimentari o come animale domestico. Il suo carapace era utilizzato per costruire diversi oggetti di uso comune come suppellettili, gioielli e strumenti musicali. Il mito greco sull'invenzione della lira è legato a questo animale. Il mito, infatti, narra che Hermes trovò una testuggine all'interno di una grotta, la uccise e con il suo carapace costruì lo strumento musicale che poi donò ad Apollo. I gusci di tartaruga sono stati rinvenuti anche in molte tombe antiche. La mitologia identifica la testuggine con valori come la pacatezza e la longevità. Se si vuole allevare una testuggine greca, bisogna disporre di uno spazio all'aperto opportunamente recintato o di un capiente terrario, grande abbastanza da riuscire ad ospitare comodamente l’animale. Sia il recinto sia il terrario dovranno possedere una zona esposta al sole e una all'ombra per consentire all'animale di termoregolare al meglio la propria temperatura corporea. All'interno del recinto o del terrario bisogna mettere sempre a disposizione dell’animale un recipiente con dell’acqua fresca. Durante l’inverno si può allestire una tettoia o comunque un riparo per il letargo. Il letargo è un’esigenza fisiologica delle tartarughe, quindi, a meno che non siano debilitate o troppo giovani non bisogna mai impedirlo se non si vogliono creare squilibri e problemi di salute all'animale, o peggio ancora, rischiare che non superi l’inverno.



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