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I sintomi della leishmaniosi, spesso nelle fasi iniziali della malattia, possono essere confusi con quelli di altri tipi di malattie meno gravi. In generale, i campanelli d’allarme che devono indurre il padrone a sospettare che il proprio cane sia affetto da leishmaniosi sono i seguenti: stanchezza eccessiva, sonnolenza e dimagrimento nonostante il cane continui ad alimentarsi normalmente. A questi sintomi si possono aggiungere anche sintomi più allarmanti come febbre accompagnata da vomito e dissenteria emorragica e tosse. Tra le conseguenze principali della leishmaniosi c’è l’insorgenza dell’anemia dovuta ad un aumento dei globuli rossi nel sangue, l’abbassamento delle piastrine e la comparsa di insufficienza renale con conseguente incremento della diuresi e della sete. Questa infezione comporta anche un in grossamente del fegato e della milza, ipoproteinemia, paralisi degli arti inferiori con dolori articolari e ingrossamento dei linfonodi. La leishmaniosi può manifestarsi anche in forma cutanea e in questo caso i sintomi sono: desquamazione, ispessimento della pelle, anomala crescita delle unghie (onicogrifosi), ulcere intorno agli occhi e ai cuscinetti plantari, rarefazione del pelo e insorgenza di noduli sottocutanei.
La leishmaniosi può essere curata fino alla completa guarigione solo se diagnosticata in tempo. Trattandosi, infatti, di una malattia degenerativa, occorre intervenire prima che i tessuti e gli organi interni del cane vengano compromessi irrimediabilmente dalla malattia. La terapia per la cura della leishmaniosi prevede la somministrazione al cane di particolari farmaci da parte del veterinario. Il trattamento deve essere effettuato sotto stretto controllo medico e consente di tenere sotto controllo l’avanzamento dell’infezione e attenuare i sintomi più dolorosi e fastidiosi per l’animale. Come per tutte le malattie virali, la prevenzione rappresenta l’arma migliore per tutelare la salute del cane. La leishmaniosi, infatti, è veicolata dalla puntura di alcuni pappataci molto diffusi nelle zone collinari e boschive. Questi pappataci si possono trovare soprattutto nel periodo estivo e nelle ore notturne. Buona norma, quindi, se si vive in aree considerate a rischio, sottoporre l’animale alla profilassi del caso e se si notano sintomi specifici recarsi subito dal veterinario per effettuare gli accertamenti del caso.
La leishmaniosi può essere trasmessa solo tramite la puntura di alcuni insetti detti flebotomi, appartenenti alla famiglia dei pappataci. I pappataci sono molto simili a delle zanzare e tendono a pungere gli animali e succhiarne il sangue, veicolando così l’infezione. L’infezione non può essere trasmessa per contatto, ma viene trasmessa solo quando un pappatace che ha succhiato sangue infetto da un altro animale punge un animale sano. In questo caso funge da “insetto veicolo” e trasmette all’animale sano un parassita, il Laishmania infantum, che è responsabile della leishmaniosi. Si tratta di un protozoo che si annida nelle cellule del cane e da qui attacca il sistema immunitario, fino a danneggiarne l’intero organismo. Esistono diversi tipi di parassiti della leishmaniosi, oltre all’infantum c’è il brasiliensis, il mexicana e il tropical. Ciascuno di essi trasmette un tipo diverso di leishmaniosi e vive in zone climatiche differenti. Per prevenire il contagio, che può interessare anche l’essere umano, è fondamentale proteggere il cane con repellenti specifici dopo il tramonto ed evitare di farlo dormire all’aperto in zone considerate a rischio. In questo modo è possibile salvaguardarlo dal rischio di punture di pappataci.
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