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Come già sottolineato, il trekking a cavallo, o equiturismo, viene solitamente effettuato su percorsi predefiniti, denominati ippovie. Le ippovie sono delle strade sterrate che possono facilmente essere percorse a cavalli e sono dislocate, il più delle volte, lungo sentieri naturali distanti dalle grandi città; molto spesso esse vanno a toccare zone di montagna. Questi sentieri vengono solitamente gestiti da apposite associazioni, le quali si occupano non soltanto di curare il sentiero stesso, ma anche di organizzare dei punti di sosta e di ristoro e dei rifugi in cui il cavallerizzo e il cavallo possono agevolmente riposarsi. Ricordiamo che questi punti di ristoro possono essere, ovviamente, gestiti sia da soggetti privati che da soggetti pubblici. In questo modo, infatti, si consente a chi desidera partecipare a questa attività di compiere un percorso di più giorni, totalmente immersi nella natura. Esistono, oggi, in Italia, diverse ippovie che permettono di svolgere agevolmente tale attività sportiva; ricordiamo ,inoltre, che la prima ippovia ad essere stata costruita era sita nel territorio toscano.
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Per chi desidera svolgere questa particolarissima attività sportiva, occorre ricordare che vi sono delle regole che devono necessariamente essere seguite, affinché la stessa attività risulti piacevole e senza intoppi. Innanzitutto, occorrerà scegliere un cavallo tranquillo, con cui vi è una certa sintonia. Si consiglia, infatti, di non affittare un cavallo che non è stato da noi mai cavalcato, onde evitare problemi di diversa natura durante il percorso. Il cavallo deve essere perfettamente attrezzato per il trekking: è necessario l’utilizzo di una sella molto comoda ed è molto importante far controllare lo stato degli zoccoli del cavallo prima dell’inizio del percorso. Si consiglia, inoltre, soprattutto se si è alle prime armi, di seguire esclusivamente i percorsi già segnati, onde evitare di giungere in zone impervie e pericolose; se il cavallo, inoltre, mostra segni di nervosismo durante il percorso, si consiglia di effettuare una sosta e magari portare a mano l’animale per un certo tratto di strada. È importantissimo, infatti, ascoltare l’animale e le sue eventuali difficoltà, in modo da evitare di rendere lo stesso troppo nervoso per continuare il viaggio. È essenziale, inoltre, effettuare delle soste durante il percorso, in modo tale da rendere il viaggio non eccessivamente pesante: per questo motivo, si consiglia di informarsi preventivamente su quelli che sono i punti di ristoro presenti nell’ippovia da noi scelta per il nostro viaggio. Occorre, quindi, informarsi preventivamente presso le associazioni organizzatarie sulla durata del percorso, sulla difficoltà dello stesso e sulle regole e consigli da rispettare per concludere al meglio la nostra sessione di trekking. Si consiglia, inoltre, di evitare assolutamente l’andatura al galoppo, in quanto questa stessa andatura potrebbe risultare troppo stancante per il nostro animale.
Durante lo svolgimento di un percorso di trekking, risulterà necessario trasportare dello specifico materiale che ci servirà ad affrontare il viaggio nel migliore dei modi possibili. Ricordiamo che l’animale, per avere un viaggio confortevole, non dovrebbe trasportare più di due borse capienti, le quali devono essere sistemate dietro la sella dello stesso. L’animale non deve, in ogni caso, essere caricato in maniera eccessiva. Per quanto riguarda, invece, l’elenco degli oggetti da portare con sé, dobbiamo annoverare, innanzitutto, un essenziali kit da pronto soccorso, comprensivo di prodotti utilizzabili sia sull’animale che su se stessi. Il kit ci permetterà, infatti, di risolvere situazioni di emergenza, quantomeno in attesa di giungere al più vicino punto di ristoro. Occorre portare con sé, inoltre, delle risorse alimentari, ovviamente sia per sé che per il cavallo, e dell’acqua, degli abiti di ricambio, un cappello e dei resistenti scarponcini da trekking, per rendere più agevoli gli eventuali percorsi a piedi. Si consiglia, inoltre, di portare con sé una mappa del percorso.
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