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La vita di una pecora si aggira, solitamente, intorno ai 18 – 19 anni d'età e si può facilmente stabilire contando letteralmente i suoi denti: infatti, sono proprio i denti dell'arcata inferiore a svelare l'età della pecora in quanto mutano durante gli anni. Appena nati, ad esempio, gli agnellini hanno otto denti da latte provvisori che, con il passare del tempo, vengono naturalmente sostituiti da quelli definitivi: prima i due incisivi frontali, che cambiano a due anni, fino ad arrivare ai 4 anni di età, quando la dentizione si completa. È bene ricordare, però, che per definire dell'età dell'ovino è l'arcata inferiore quella da controllare, in quanto quella superiore si compone di una semplice formazione ossea continua che non muta nel corso degli anni.
Le pecore hanno solitamente taglia piccola o media, e soprattutto alla nascita presentano dimensioni davvero molto minute: un agnellino appena nato, infatti, raramente raggiunge il chilogrammo di peso, anche se rimane sempre difficile riuscire a stabilire l'effettivo peso per via del vello molto folto. Altra caratteristica della pecora è proprio il suo variare di peso in concomitanza con l'età: un esemplare sano adulto a seguito del primo paro o del primo calore pesa all'incirca 30 chilogrammi, mentre durante la fase di invecchiamento, quindi a partire dagli 11 – 12 anni, il peso comincia ad aumentare in modo veloce fino a giungere anche ai 40 – 42 chilogrammi. Altra caratteristica fisica importante della pecora è sicuramente il velo, che in alcune razze si presenta davvero molto pregiato e che, opportunamente lavorato, offre tessuti naturali molto morbidi e caldi. Solitamente il vello delle pecore è bianco, con gradazioni che possono variare dal bianco sporco fino al nocciola. Non mancano, però alcuni esemplari che, quando molto giovani, hanno una colorazione del pelo molto scura, quasi nera.Per quanto concerne il carattere della pecora, questa si presenta come un animale timido ma, sebbene dicerie popolari ne affermino il contrario, si rivela molto intelligente e capace di apprendere facilmente piccoli comandi ed insegnamenti grazie anche alla sua lunga memoria. Ultimo appunto riguarda la denominazione della pecora: solitamente con questo termine si intende l'esemplare femmina della specie, mentre il maschio viene chiamato ariete o montone. Il piccolo maschio fino ad un anno di età viene chiamato, invece, agnello o pecorino. Cavalletto capretta hobby in legno. Prezzo: in offerta su Amazon a: 11,8€ |
L'allevamento della pecora è esteso praticamente a tutti i paesi del mondo, e ciò avviene per due principali motivi: primo perché siamo dinanzi ad un animale che riesce ben ad adattarsi ad ogni clima e/o terreno; secondo perché la pecora è fonte di proteine per l'uomo ed in più offre lana, pelli e latte. Inoltre non è da sottovalutare il fatto che l'alimentazione della pecora si basi su prodotti naturali per i quali non occorre una grossa spesa.
In generale per un allevamento non intensivo si predilige far pascolare le pecore all'aperto, solitamente guidate da cani da gregge e sorvegliati a vista dal pastore che, generalmente, si occupa anche degli aspetti pratici come la mungitura e la tosatura. Se il pascolo avviene in libertà, è lo stesso pastore che si sposta di zona in zona alla ricerca dei migliori prati capaci di alimentare nel modo più corretto gli animali. Se invece le pecore sono chiuse in recinto, allora occorrerà assicurarsi che il prato da brucare sia effettivamente idoneo alla nutrizione: infatti, per essere perfetto, occorrerà che abbia percentuale composta per il 60% di graminacee e per il restante 40% di leguminose. Inoltre, in questo caso, sarà necessario preventivare almeno un tot specifico si spazio per ogni capo, in genere un ettaro per 4 pecore. Se il terreno che si possiede non ha le giuste qualità per offrire il perfetto nutrimento all'animale, allora si dovrà provvedere ad integrare l'alimentazione con fieno, foglie di barbabietola, ecc.Naturalmente gli animali dovranno avere un posto idoneo dove la sera e la notte potersi riparare, soprattutto durante i mesi dove il clima è più rigido. L'ovile ideale è solitamente costruito in legno su base di cemento o pietra, con un pavimento leggermente inclinato per permettere alle deiezioni di scivolare lungo la fossa prevista per i liquami. L'altezza dovrà essere di circa 3 metri, con una parte dedicata alla stabulazione delle pecore ed un altra destinata alla raccolta delle provviste con le quali alimentare le bestie durante il freddo. Le finestre devono essere poste in alto, onde evitare che spifferi e folate gravino duramente sugli animali provocando malattie e/o patologie di stagione. Per quanto riguarda la grandezza, questa dovrà essere proporzionata all'ampiezza del proprio gregge, così come stabilito dalle norme europee in merito all'allevamento ovino. Ovviamente per ogni pecora dovrà essere previsto un giaciglio accogliente da preparare con paglia abbondante che dovrà essere rigirata ogni due giorni. Fondamentale è la mangiatoria e la distribuzione dell'acqua: in entrambi i casi, gli approvvigionamenti dovranno essere regolari e non dovrà mai mancare loro cibo ed acqua a sufficienza.La pecora viene allevata, come già accennato in precedenza, per vari motivi, ma soprattutto perché risulta uno degli animali da reddito sicuramente più necessari. La lana, ad esempio, è uno dei prodotti che fanno degli ovini degli animali molto diffusi, con particolare predilezione per quelle razze che offrono un vello particolarmente pregiato come la Merino, allevata prettamente in Australia e in Spagna, la Lincoln, la Doron e la Disheley Leicester. Con la lavorazione del vello di ottiene un tessuto naturale molto pregiato, morbido e caldo, che da sempre ha permesso all'uomo di coprirsi e realizzare maglie, cappotti, ecc. per riparasi dal freddo.
Naturalmente, per ottenere lana, la pecora va tosata e proprio a questo processo va data una grande importanza poiché non ci si improvvisa tosatori per il bene dell'animale che può essere ferito anche in modo serio. Prima di tutto, per effettuare una tosatura, è importante che venga stabilito il periodo giusto: solitamente tale azione va compiuta nei mesi primaverili come marzo ed aprile per permettere alla pecora di affrontare nel modo giusto l'estate. Tuttavia esistono alcune razze che soffrono particolarmente il caldo e che necessitano di una doppia tosatura, magari programmata in giugno o luglio, che permetta loro di riuscire a sostenere il caldo dei mesi successivi. Al momento della tosatura, il vello deve essere completamente asciutto, senza traccia neanche di eventuale rugiada mattutina: proprio per questo motivo, si predilige chiudere le pecore nell'ovile già il giorno prima della tosatura al fine di assicurarsi un manto perfettamente asciutto.La tosatura dovrà avvenire utilizzando attrezzi specifici: un tempo venivano impiegate le tradizionali forbici da tosatura, che dovevano essere utilizzate con molta cautela poiché potevano bucare e/o graffiare seriamente l'epidermide delle pecore, con rischio di lacerazioni profonde ed infezioni; oggi, invece, si preferiscono rasoi elettrici, ideali proprio per tagliare il folto pelo degli animali in generale, nello specifico le pecore. Ad ogni modo, ogni passaggio dovrà essere effettuato quasi come in un rituale, seguendo uno schema pretabilito che porta a tosare a turno le parti del corpo dell'animale. La tosatura, però, non ha solo lo scopo di raccogliere la lana e di “rinfrescare” l'animale in vista della stagione estiva, ma è anche l'occasione giusta che permette all'allevatore di visionare il corpo glabro della pecora, di evidenziare eventuali escoriazioni, micosi e simili, nonché di controllare gli unghielli e pareggiarli con le forbici. Inoltre è anche questo il momento giusto per effettuare i trattamenti sanitari di inizio primavera, come la sverminazione, l'eliminazione dei parassiti esterni e la vaccinazione per la clostridiosi.La pecora, o meglio l'agnello, è un animale molto utilizzato nella simbologia religiosa, soprattutto per quanto concerne le fedi delle popolazioni che affacciano sul Mediterraneo. Il cristianesimo, ad esempio, utilizza l'immagine dell'agnello quale segno di purezza ed innocenza e lo stesso Cristo è più volte raffigurato come tale. Anche nelle religioni come l'Ebraismo e l'Islam, l'agnello assume il ruolo di animale da sacrificare per via delle sue doti di bellezza e bontà.
Fra i vari motivi che hanno la religione a prediligere questo animale come vittima sacrificale, c'è il fattore socio – economico: infatti, di qualunque popolazione si parli, l'agnello o la pecora rappresentano due animali da reddito fondamentali per l'economia della famiglia e ammazzare un capo, necessariamente bello, sano e grasso, rappresenta un vero e proprio sacrificio ed atto di devozione al proprio Dio.
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