I cincillà sono essenzialmente erbivori e in natura si nutrono di erba medica, semi e frutta. In casa l’alimentazione dei cincillà è costituita principalmente da fieno fresco e mangime in pellet per cincillà. A questi alimenti vanno aggiunti anche pezzetti di mele, prezzemolo, broccoli, carciofi, radicchio, finocchio, ananas e frutti di bosco. Vanno evitati invece i cibi grassi o fritti, i cereali, i farinacei e le verdure troppo acquose come la lattuga, l’aglio, il peperoncino, i latticini, le patate germogliate o le parti verdi. Una o due volte a settimana possono essere somministrate uvetta e frutta secca di cui sono molto ghiotti. Non bisogna esagerare perchè sono ricchi di zucchero che in grandi quantità può essere molto dannoso. Il fieno non deve mai mancare nella dieta dei cincillà poiché il solo pellet non apporta sufficienti fibre all’animale. Le fibre sono fondamentali per la regolarità intestinale. L’acqua va cambiata una volta al giorno. I cincillà sono animali molto delicati quindi bisogna stare molto attenti ai cambiamenti della dieta perché potrebbe risentirne. Gli alimenti nuovi vanno inseriti nella dieta gradualmente per non scombussolare l’equilibrio dell’apparato digerente dell’animale.
I cincillà sono dei roditori originari degli stati dell’America meridionale e in particolare dei quattro stati andini: il Perù, la Bolivia, il Cile e l’Argentina. Attualmente, però, si possono trovare allo stato selvatico solo sulle montagne della Bolivia a migliaia di metri di altitudine. L’habitat naturale dei cincillà è costituito da cunicoli e da crepe nelle rocce in cui si riparano dal freddo. Nonostante la loro provenienza, infatti, i cincillà non amano il freddo e nelle tane tendono a stare vicini l’un l’altro per riscaldarsi a vicenda. Le tane, poi, vengono rivestite con paglia e erba per conservare il tepore. Solitamente vivono in gruppi familiari o in colonie con anche più di 100 individui. In questi casi trovano rifugio nelle grotte. Se il territorio lo permette, scavano anche lunghi cunicoli sotterranei. I cincillà, scomparsi in molte aree un tempo intensamente popolate, hanno colonizzato anche aree a 3000/4000 metri di altitudine e hanno adattato le loro abitudini ad un contesto ambientale ostile e difficile.
I cincillà sono animali molto prolifici. Raggiungono la maturità sessuale molto precocemente. Le femmine possono già riprodursi all’ottavo mese di vita, mentre i maschi iniziano ad accoppiarsi intorno al nono mese. La stagione degli amori va da Novembre a Maggio. Solitamente si contano due cucciolate l’anno. L’accoppiamento vero e proprio è preceduto da un rituale di corteggiamento che prevede una reciproca pulizia della pelliccia. La gestazione dura in media tre mesi e mezzo. Durante la gestazione la femmina aumenterà di peso e verso la fine della gestazione cominceranno a vedersi le mammelle. La femmina partorisce da uno a sei cuccioli, anche se la media è di due o tre piccoli a cucciolata. Ha tre coppie di mammelle, ma sono una è ben sviluppata, il che significa che solo due cuccioli hanno la speranza di sopravvivere dopo il parto. Appena nati, i cincillà pesano circa 35 grammi, sono già totalmente ricoperti di pelo e hanno gli occhi aperti. I cincillini possono mangiare fin dai primi giorni pezzetti di verdure e pellet anche se la madre allatterà i piccoli fino terzo mese di vita. Per questa ragione l’alimentazione della madre va integrata con calcio e proteine presenti soprattutto nel cavolo e nell’erba medica. Il cincillà è uno dei roditori più longevi al mondo, infatti, raggiunge tranquillamente gli 8-9 anni di vita. Appena nati i piccoli si accoccolano sotto il ventre della madre per riscaldarsi. La femmina è molto protettiva nei confronti della cucciolata e la difende da eventuali predatori aggredendolo ponendosi su due zampe e sputandogli addosso.
Il cincillà ha riscosso negli ultimi anni un notevole successo come animale domestico per il suo carattere docile e perché è quasi inodore. Se si decide di tenere un cincillà in casa allora bisogna procurarsi una gabbia abbastanza spaziosa e sviluppata verso l’altro. Le misure consigliate sono: 1 metro di altezza, ottanta centimetri di lunghezza e cinquanta centimetri di profondità. I cincillà amano i posti alti, quindi è preferibile allestire una casetta e posizionarla in alto dove l’animale può dormire e rifugiarsi quando ne sente il bisogno. All’interno della gabbia bisogna prevedere anche giochi vari, tra cui la ruota, necessaria per garantire al cincillà la possibilità di fare movimento. Questi giochi vanno posti nella parte inferiore della gabbia. I cincillà devono uscire dalla loro gabbia almeno per due ore al giorno. Quando vengono lasciati liberi bisogna stare molto attenti e tenerli sotto controllo poiché tendono ad addentare tutto quello che trovano dai tappeti, ai mobili, fino ai cavi elettrici. Il fondo della gabbia deve essere costituito da truciolato per cincillà che deve essere inodore e senza polvere. La gabbia va disinfettata una volta a settimana e ripulita dagli escrementi ogni giorno. Si tratta di un animale molto pulito e inodore che non ha bisogno di particolare pulizia da parte del padrone. Nono va mai lavato perché potrebbe contrarre il raffreddore o muffe da pelo bagnato. Ogni due settimane deve essere sottoposto al ‘bagno di sabbia’ che consiste nel far rotolare il cincillà in una particolare sabbia che separa il pelo rendendolo più bello e pulito. La temperatura all’interno della gabbia non deve superare i ventisei gradi centigradi, altrimenti si potrebbe causare la morte dell’animale per eccessivo calore. La gabbia deve essere tenuta in un posto fresco e asciutto e si devono usare anche bottiglie ghiacciate per rinfrescare l’ambiente.
Il cincillà è un animale abbastanza resistente, ma va portato dal veterinario almeno una volta l’anno. Tra le malattie più diffuse tra i cincillà ci sono l’alopecia che determina la perdita di pelo ed è causata da carenze alimentari; il blocco intestinale che determina la perdita di appetito e feci maleodoranti ed è dovuto ad una dieta sbagliata; il colpo di calore che comporta salivazione abbondante e depressione; la congiuntivite che può essere causata da scarsa igiene e corpi estranei nell’occhio; la costipazione che è causata da una dieta troppo secca; il fur chewing che consiste nell’autoconsumo del pelo dovuto allo stress e le micosi dovute, invece, alla presenza di batteri vari. Altra malattia frequente nei cincillà è la corizza che spesso degenera in bronchiti e polmoniti. I sintomi più comuni sono la lacrimazione, lo scolo nasale e gli starnuti. L’animale va tenuto al caldo e gli si devono somministrare antibiotici sotto controllo di un veterinario. I cincillà, infine, sono soggetti a pulci e parassiti che possono rovinare il pelo.
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