Micosi del cane

Micosi del cane: caratteristiche generali

La micosi del cane è una malattia causata da funghi, meglio noti con il nome di miceti. Esistono principalmente quattro categorie di aggressioni, le quali si differenziano in base al luogo in cui colpiscono l’animale. Esse sono causate principalmente da due tipologie di funghi: il Microsporum e il Trichophyton. La prima categoria d’infezioni viene chiamata micosi sistematica che colpisce principalmente gli organi interni. La micosi del sottocutaneo interessa la pelle, l’osso e la regione sottocutanea. La micosi cutanea la si diagnostica nell’epidermide del cane. Infine, alla quarta categoria appartiene la micosi superficiale. Si tratta di un’infezione che interessa il pelo e la parte più superficiale del mantello dell’animale. Tutte queste categorie presentano delle terapie specifiche e devono essere rigorosamente curate e diagnosticate da un medico veterinario, il quale procederà con l’esecuzione di un iter medico ben preciso.
Micosi del cane al microscopio

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Micosi cutanea del cane

Micosi nella bocca del cane La micosi superficiale o cutanea del cane è anche chiamata dermatofitosi, la quale aggredisce il pelo, le unghie e lo strato corneo dell’animale. Causate principalmente da funghi Trichophyton, Microsporum ed Epidermophyton. La presenza della malattia è evidenziata dalla presenza di lesioni della cute, parti del corpo che perdono il pelo, formazioni di pustole e presenza di aree pruriginose. Al primo stadio della patologia si notano dei puntini cerchiati di rosso, i quali, con il passare del tempo tendono ad allargarsi verso l’esterno. Appena si nota uno solo di questi sintomi, occorre rivolgersi al proprio veterinario, spostare il cane in una zona facilmente igienizzabile con candeggina pura o formalina all’1%. Se si tratta di una razza di cane a pelo lungo, oltre a far attenzione agli spazzolamenti, è conveniente tosarlo. Oltre a ciò occorre disinfettare la cuccia, il contenitore dell’acqua e tutto ciò che è entrato in contatto con il cane, e quindi con le spore fungine.

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Micosi profonda e tigna del cane

Micosi del cane La micosi profonda del cane è una malattia molto pericolosa giacché aggredisce e danneggia gli organi interni. Se non si procede con la cura veterinaria, queste micosi profonde possono sfociare in ulcerazioni, granulomi, noduli e ascessi a livello polmonare, epatico, cerebrale e osseo. Questo tipo di micosi non è contagiosa e si manifesta in cani stressati, provenienti da lunghi periodi di antibiotici o convalescenza post intervento chirurgico. Se non curata può portare alla morte dell'animale. La tigna è una micosi molto temuta e pericolosa perché di facile contagio. Essa è causata dal Microsporum e dal Trichophyton. Il cane inizia a perdere il pelo in una zona del corpo precisa, alla quale fanno seguito delle pustole che possono rompersi e disperdere il liquido presente al loro interno.


Micosi del cane: terapia e prevenzione

Esempio di micosi del cane al microscopio Prendere delle precauzioni per la micosi del cane è sempre un ottimo modo per evitare che il nostro amico venga aggredito da parassiti molto dannosi. In primo luogo è conveniente fare attenzione all’alimentazione: evitare cibi troppo ricchi di zuccheri, sostanze chimiche o di bassa qualità. Inoltre, è possibile aggiungere un quarto di cucchiaino di olio di lino ai pasti. Se invece notiamo che il cane è sotto l’attacco micotico, si può tosare la zona infetta, medicare con dell’olio di maleleuca, shampoo neutro misto a shampoo per cani. Questo non preclude che il cane non debba essere portato dal proprio veterinario per degli esami e una diagnosi specifica. Riguardo alla terapia a cui i cani infetti devono essere sottoposti, ne esistono principalmente due: sistematica e topica. Quest’ultima viene praticata direttamente sulla zona infetta, applicando prodotti a base di ketoconazolo, enilconazolo, miconazolo e simili. La terapia sistematica viene messa in pratica nel momento in cui quella topica non ha alcun effetto. Essa può essere definita come una terapia affettiva-psicologica. Infine, si può ricorrere a una terapia farmacologica.




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