Data la selezione (non più naturale) che, da molti anni a questa parte, si è spinta nella ricerca dell’iper-tipo anatomico, gli animali stanno perdendo la loro capacità di adattamento nell’ambiente esterno. Così, ormai, le attuali manifestazioni comportamentali del cane, fanno si che sia difficile trovare un’unità fondamentale nella specie canina a cui fare riferimento (soprattutto durante la gestione di questi animali). Per questo è necessario riferirsi alle forme selvatiche, cioè a quelle forme integre da cui il cane ha ereditato i più importanti atteggiamenti. Quindi, bisogna tener presente le specializzazioni anatomiche e l’adattamento nel corso dei secoli della famiglia di appartenenza: i canidi.
Lo stile di vita di un animale, ... continua
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• Uno stile di vita sociale, quindi, da cacciatore di branco: è la necessità di cacciare in gruppo che spinge questi animali alla socialità; infatti il loro agire si basa sul motto “l’unione fa la forza”. Il branco ha un maggior controllo del territorio, così è più difficile per una preda sfuggire come è più sicuro il pasto per i vari componenti del branco;
• Uno stile di vita errante: i canidi sono ottimi corridori, coprono grandi tratti ogni giorno e forse anche questo è derivato dal fatto che la loro tecnica di caccia si basa su lunghi e pazienti inseguimenti; inoltre fin da piccoli manifestano una spiccata curiosità che fa si che siano sempre pronti a girovagare.
Nel branco esiste un soggetto α, che potremmo dire essere il capo del branco, mentre gli altri componenti sono “subordinati”. Nel quotidiano è giusto riprodurre questa scala gerarchica, affinché il nostro animale possa avere un punto di riferimento: noi, quindi, dovremmo prendere il posto del capobranco.
Questi due principali stili di vita dei canidi possono darci dei primi suggerimenti per la loro gestione. Di sicuro ora sappiamo che, data la spiccata socialità, l’isolamento è una delle peggiori forme di maltrattamento: quindi è necessario che interagiscano se non con altri animali almeno con noi. In più sappiamo che, per il loro essere animali tutt’altro che sedentari, non possiamo permetterci di tenerli sempre chiusi in casa.