Castrazione gatto

Cos'è la castrazione felina

La castrazione felina è un intervento mediante cui si trasforma un soggetto intero in uno incapace di procreare: nel gatto maschio questo intervento corrisponde alla legatura dei dotti deferenti, che sono dei vasi muscolari, circondati da muscolatura liscia che collegano gli epididimi destro e sinistro ai dotti eiaculatori per indirizzarvi il seme; nella gatta femmina invece si ricorre alla legatura delle tube, condotti tubolari collegano le ovaie all’utero, oppure si può ricorrere all’asportazione in toto delle ovaie, in modo tale da non aver più la produzione di ovuli per il concepimento. Solitamente si parla di castrazione per l’individuo di sesso maschile e di sterilizzazione per quello femminile, ma la terminologia si basa su pure convenzioni. L’età corretta per la castrazione nei maschi è più avanzata rispetto alle femmine, andando oltre gli 8 mesi per il gatto più comune (Europeo) e oltre i 12 mesi per gatti da pedigree come il Persiano e l’Exotic. Questo tempo è essenziale perchè permette al pene del gatto di essere perfettamente formato prima dalla castrazione, questo preverrà patologie ostruttive delle basse vie urinarie. Il gatto durante l’intervento, non sente alcun dolore perché è sotto anestesia, e non è neanche consapevole della menomazione avuta.

Le motivazioni principali per cui si ricorre alla sterilizzazione (o alla castrazione, nel caso di un gatto maschio) sono legate all’impegno di avere un certo controllo sulla popolazione felina nelle colonie o comunque di ridurre il randagismo, quando si parla di gatti senza un proprietario. Si tende invece ad evitare che i mici che vivono in casa marchino il territorio con la loro urina, piena di ferormoni sessuali (che la rendono forte e pungente), per eliminare qualsiasi rischio di contrarre malattie da contagio nei gatti che hanno il permesso di andare in cerca di femmine randagie o che possono avere altri contatti con animali randagi (per lotte e zuffe) che potrebbero essere infetti da l’immunodeficienza felina (FIV), dalla leucemia felina (Felv) che vengono trasmesse appunto tramite rapporto sessuale, o anche morsi, ferite e saliva. La castrazione si effettua anche per evitare che il gatto vada in cerca delle femmine e possa essere assalito da cani randagi. Non ultimo, perché comunque importante, con la sterilizzazione si evitano i rischi legati a patologie, di natura traumatica, neoplastica o infiammatoria, che possono colpire i testicoli in cattività.

Gatta sterilizzata

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Come funziona la castrazione

Gatto dormiente Sia la castrazione che la sterilizzazione vengono praticati in un solo giorno, a livello ambulatoriale. L’importante è portare il gatto dal veterinario al mattino a digiuno (nelle ultime 8 ore di cibo e nelle ultime 3 di acqua). Solitamente l’animale operato può tornare a casa subito dopo il risveglio e può tornare a casa la sera. Questo non può avvenire se insorgono complicazioni, il cui fenomeno per fortuna è davvero molto raro se tale intervento è eseguito da medici veterinari qualificati. Nonostante la capacità del medico comunque può succedere che un gatto troppo vivace, per leccarsi continuamente la ferita , riesce a staccare i punti di sutura che gli sono stati applicati. I gatti in genere venivano sterilizzati a sei o sette mesi, anche se molte gatte restino incinte prima di questa età. La grandezza dei testicoli quando si decide di castrare il gatto non è rilevante, visto che, se il destino di questi organi è di prendere la posizione corretta, lo faranno entro le prime tre settimane dalla nascita, inoltre dal punto di vista tecnico non v'è alcuna ragione per cui una sterilizzazione non debba essere fatta appena abbiano preso il loro posto nella sacca. In una gattina femmina invece c’è bisogno solo di una lieve incisione, o sulla pancia o, più raramente, nel fianco. Diversi studi di veterinari qualificati hanno calcolato proprio le conseguenze della castrazione se effettuata in gatti molto giovani, entro i 3 mesi, e di quella effettuata su gatti di circa 7 mesi. Non si sono riconosciute notevoli differenze, almeno per quanto riguarda i rischi connessi al periodo post-operatorio, lo sviluppo del loro comportamento e della loro struttura fisica. Non vi sono differenze nemmeno per lo sviluppo del diametro dell’uretra, ciò indica che una castrazione effettuata in età giovane non accresce i rischi legati a blocchi urinari. Dunque, a partire da questi studi, risulta evidente che, in presenza di nessuna differenza sostanziale, sia meglio, a livello pratico, sterilizzare i mici appena possibile, sia per arginare il mancato controllo delle nascite, e con esse i metodi non etici di sistemazione dei cuccioli, e anche per l'attenzione alla salute dei gatti, di entrambi i sessi.

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Castrazione gatto: Utilità e rischi connessi

Una castrazione precoce modera enormemente l’insorgenza di malattie quali: tumore alle mammelle una volta anziani, FELV e FIV (che si contraggono con l'accoppiamento o tramite graffi e morsi profondi). Queste patologie non prevedono alcun rischio di contagio per l’uomo ma possono essere pericolose, anche mortali, per il gatto stesso. L'intervento viene sempre eseguito sotto anestesia totale, dunque il gatto non sente dolore, inoltre per un gatto molto giovane, la convalescenza post-operatoria di un gatto molto giovane, è in genere più veloce e leggera di quella nel gatto adulto, dunque, pure lo stress risulta decisamente inferiore.

Nonostante fino a poco tempo fa, i veterinari raccomandavano la castrazione più o meno entro i sei mesi, ma l’intervento quando hanno età prepuberale (cioè dalle 8 alle 12 settimane) è diventata la più suggerita, oggi la buona parte dei medici esortano i proprietari dei gatti a sterilizzare le gatte prima che arrivi per loro il primo "estro"; la tal cosa estenderà i vantaggi per la prevenzione dei tumori.

L’onorario che richiede il veterinario per una castrazione si basa sulle caratteristiche dell'intervento (come anticipato, esistono diversi tipi di sterilizzazione), dal sesso del cucciolo, la sua età ed anche, in maniera minore, dalla professionalità e dall’esperienza del veterinario che esegue l’intervento. Se il costo richiesto ci sembra molto alto, dobbiamo pensare che l'operazione consente effetti che dureranno per tutta la vita del gatto; si tratta dunque di una spesa "una tantum", cosa che senz’altro alleggerisce e rende migliore la sua vita e migliora la convivenza tra lui e padrone, oltre ad evitare altri danni da sovrappopolamento per la società, già abbastanza affollata da gatti e cani senza padrone. La spesa complessiva per l’intervento di sterilizzazione varia da 70€ ai 150€, sicuramente molto meno rispetto a mantenere per bene una cucciolata indesiderata ed una gattina in gestazione o allattamento. Senza contare che per una micetta che non ha partorito mai un cucciolo, gli squilibri che si andranno necessariamente a creare nel sistema riproduttivo, richiedereranno interventi successivi, anche più a caro prezzo della castrazione. Esempi di interventi successivi sono dati da cure per tumori mammari per le gatte, ernia perianale o iperplasia alla prostata per i gatti maschi, insieme a FELV, FIV e tante altre malattie provocate dal contatto. Dunque, qualsiasi siano le motivazioni che convinceranno il padrone a sterilizzare il suo gatto si tratta di soldi spesi bene: anche eventuali gravidanza accettate comportano spese, impegno e pazienza. A fini puramente statistici: una coppia di gatti liberi, possono avere una media di due cucciolate ogni anno, in ognuna delle quali almeno 2-3 gattini sopravvivranno. Nel giro di un annetto i cuccioli saranno a loro volta pronti per riprodursi, e nel giro di 10 anni la coppia originaria arriverebbe senza problemi ad avere 80.000 discendenti!

I gatti randagi creano, pur stando attenti, abbastanza danni alla comunità, perché liberi di girare sporcano le aree pubbliche, rovinano siepi ed aiuole, fanno rumore e istigano cittadini normalmente docili alla violenza ed alle soluzi8oni poco etiche (soppressione, avvelenamento etc). Un gatto sterilizzato invece, oltre a non infastidire i vicini nelle notti d’estate, e a non urinare davanti ai portoncini delle case sulla strada, è anche tutelato inoltre dalla legge regionale 34/97.


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