il Gatto

I gatti come è noto sono dei carnivori obbligati, ovvero animali carnivori che devono necessariamente mangiare carne per questioni di costituzione fisica. Il tratto digerente dei gatti infatti è stato ridotto e ottimizzato da madre natura per accogliere quasi esclusivamente le proteine dalla carne. I gatti infatti non hanno l'apparato digerente e dentale ottimizzato per assimilare al meglio i materiali vegetali, che troviamo invece sviluppato in alcuni mammiferi che sono per questo onnivori.

E’ quindi molto sorprendente, vista la loro incapacità fisica di digerire i materiali vegetali, che si trovino ancora i gatti rosicchiare le foglie ed i rami delle erbe e delle piante. Ci sono molte teorie per le quali i gatti tenderebbero a sgranocchiare le piante per puro diletto, senza quindi inghiottirle.

In caso di carenze e di necessità alimentari particolari, ... continua


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      prosegui ... , si può tentare di somministrare al vostro felino le vitamine e minerali mancanti, attraverso dei particolari biscotti, che agli occhi del gatto risultano parecchio invitanti e che sono ottimi per la sua salute. Forse è semplicemente una questione di gusto, Forse è una combinazione di fattori...gli studiosi ancora si sono esposti in merito.

      I requisiti nutrizionali per il vostro animale domestico variano ovviamente in base all’età ed alle dimensioni. Le cose di cui ha bisogno un gattino saranno ovviamente molto diverse da ciò di cui un adulto necessita. Il gatto adulto medio avrà bisogno di circa una tazza di cibo al giorno. I gatti apprezzano in maniera ossessiva la coerenza nella programmazione di alimentazione. Provate a dar loro da mangiare alla stessa ora ogni giorno. Inoltre, cercate di sistemare le loro ciotole lontano delle aree più trafficate della vostra abitazione. A nessuno piace gustarsi la cenetta con una miriade di persone che girano intorno a voi.

      Cercate di non dare in pasto al vostro gatto cibi di uso comune per l’uomo. Alcune cose, come ad esempio il cioccolato ed il fegato crudo, sono in realtà molto dannosi per i gatti. Altri possono causare disturbi digestivi e quindi feroci mal di stomaco. Infine è buon abitudine togliere le ossa da qualsiasi carne cotta che si vuole dare al vostro gatto. Il pollame e le ossa di maiale, in particolare, sono esposti alla deframmentazione una volta ingeriti e possono ferire dall’interno il vostro gatto.

      In Egitto il gatto non fu solo amato per la sua utilità, ma fu anche adorato come emblema e personificazione degli dei. Il gatto impersonava Osiride che, quando non voleva essere riconosciuto, amava trasformarsi in un gatto, e la dea Bastet, rappresentata con corpo di donna e testa di gatto.

      I resti scheletrici di gatto, giunti fino a noi in numero rilevantissimo dato l’uso di mummificare e seppellire i gatti domestici, e le altrettanto numerose rappresentazioni scultoree e pittoriche tramandateci, rivelano decisamente nel gatto domestico egiziano i tratti slanciati del Gatto selvatico africano (Felis lybica), che i sostenitori dell’origine monofiletica del gatto ritengono il progenitore di tutte le odierne razze di gatto domestico, pur non escludendo che un modesto contributo al suo patrimonio genetico sia stato apportato dal gatto della giungla (Felischaus) il cui territorio di distribuzione originario comprendeva il Nordafrica ed il Medio Oriente fino all’India. Con lo sviluppo dei commerci attraverso il bacino del Mediterraneo, il Mar Rosso e l’ Oceano Indiano nordoccidentale, il gatto domestico divenne ben presto una sorta di “membro aggiunto dell’equipaggio“ delle navi (sempre invase dai roditori), che solcavano quelle acque, e potè così diffondersi in tutta l’area geografica delle civiltà classiche, dall’Europa occidentale all’India. Pare certo che in ognuno dei paesi in cui fu trasportato vivesse una specie selvatica di gatto e qindi il domestico di origine egiziano si sia ibridato con la specie selvatica locale. L’ingresso del patrimonio genetico del gatto domestico ha certamente avuto la sua importanza, accanto alla mutazione, nel determinare le caratteristiche delle razze e popolazioni del gatto domestico odierno. Esso fu ben accettato alle popolazioni dell’Europa medievale ed anzi la sua popolarità sembra aumentare in coincidenza con le epidemie di peste che in quel periodo storico flagellarono il continente e che videro il ratto quale principale via di trasmissione del contagio. Il Medioevo fu però anche un'epoca di persecuzioni contro il gatto, persecuzioni che assunsero spesso aspetti di estrema e ripugnante crudeltà, la cui origine sembra debba farsi risalire ad una rinascita, nel sec. XIII , del culto della dea pagana Freya, correlato agli antichi culti di Bast, Artemide e Diana. La rinascita di questo culto ebbe il suo epicentro nella valle del Reno, e nei suoi riti il gatto giocava un ruolo non secondario. Ciò fu sufficiente perché la reazione ecclesiastica si scatenasse contro l’incolpevole gatto, non meno violentemente che contro il culto in se stesso ed i suoi adepti. Le persecuzioni contro il gatto continuarono poi all’epoca della Riforma ,quando molti di essi vennero impiccati, dai seguaci dell’una o dell’altra confessione, come simboli di “ eresia “, ed all’epoca della caccia alle streghe, alle quali la superstizione popolare attribuì misteriosi legami con i gatti, quando non addirittura un’identificazione delle une con gli altri, grazie alla capacità delle streghe di trasformarsi direttamente in gatto.Nel gatto come in ogni altro animale, la conformazione corporea è un carattere poligenico e quindi suscettibile di variazioni continue. Ciononostante è possibile identificare in questa specie due tipi estremi, risultato di selezione artificiale, fra i quali si trovano tutti gli incroci che presentano conformazione intermedia. Ad un estremo troviamo gatti caratterizzati da complessione forte, struttura compatta, zampe piuttosto corte, torace, spalle e dorso larghi : è l’aspetto tipico di razze quali l’europea, la persiana e l’himalayana . All’altro estremo troviamo invece gatti dall’aspetto snello, agile, struttura affusolata e sottile, ossa fini , anche la testa è stretta ed allungata: questo tipo è rappresentato essenzialmente dalle razze orientali , quali la siamese. Tutti i gatti hanno occhi grandi , catarifrangenti al buio, a pupilla tondeggiante fortemente contrattile , che restringendosi assume la forma di una fessura verticale ; la lingua è ruvida in quanto nella parte superiore è rivestita da papille cornee uncinate. Le zampe anteriori hanno cinque dita, quelle posteriori, più lunghe, quattro; tutte le dita sono fortemente divaricabili e provviste inferiormente di cuscinetti elastici che consentono all’animale di muoversi nel massimo silenzio ; le unghie, appuntite e falcate, sono retrattili. I gatti sono animali prettamente carnivori, nella maturità hanno 30 denti , i canini sono molto sviluppati e i premolari grandi e provvisti di margini e punte molto taglienti. Hanno una vista discreta, e sono dotati di udito molto fine e di un senso del tatto molto acuto, dovuto alle lunghe vibrisse del muso.

      Il colore e la lunghezza del pelo sono soggetti a molte variazioni, mero, bianco, grigio, aranciato, possono essere distribuiti in vario modo, così da risultare individui di tinta uniforme ovvero tigrati, pezzati, ecc..

      Gli occhi sono di regola gialli – verdastri, come nella specie selvatica. Sono giallo chiari nei gatti neri. I neonati hanno occhi azzurri, che possono conservarsi per tutta la vita nei siamesi e nei gatti europei bianchi : in quest’ultimi si nota molto spesso la sordità. I gatti aranciati sono di regola maschi. Le femmine vanno in calore due volte all’anno, in primavera e in estate . Dopo circa due mesi di gestazione nascono da due a sei piccoli, ai quali la mamma gatta prodiga cure attentissime.

      Del gatto domestico esistono parecchie razze il cui numero e la cui esatta definizione è, in certi casi, oggetto di discussione ; quelle considerate più pregiate danno vita ad esposizioni e concorsi. Enunciamo le caratteristiche principali dei gatti più noti . Il G. d’Angora è caratterizzato dal pelo molto , folto e fine. La pelliccia può essere di colore uniforme ( bianco , arancio, cioccolato ) o variegato ( tigrato bruno, tigrato arancio, tigrato argentato ). A pelo lungo è anche il G. Persiano che si può presentare in un’amplissima varietà di colorazioni uniformi ( blu, crema, cioccolato, rosso, lillà, ecc.. ) o variegate ( bicolore, tricolore, tigrato rosso, tigrato argentato, marmorizzato, ecc.. ). A pelo corto invece è il G. Siamese che, nella sua forma caratteristica, presenta un pelame bianco – crema o fulvo chiaro ma bruno su muso, orecchie, zampe, coda ; tramite selezione se ne sono poi ottenute altre forme, che differiscono dalla tipica vuoi per la tonalità delle macchie scure ( blu point, chocolatepoint, redpoint ) , vuoi per la tonalità del resto del mantello che può farsi più o meno intensamente scura . Pure a pelo corto è il G. Europeo, la cui pelliccia può presentarsi in numerosissime varianti sia a tinta uniforme ( crema, bianco, grigio ), sia variegata ( bicolore, tricolore, tigrato 9 e/o maculata.Soltanto in epoca recente è iniziato uno studio sistematico ed approfondito della patologia del gatto, che è diventato un vero animale da compagnia, spesso tenuto in appartamento e molto più legato all’uomo rispetto a quanto avveniva nel passato : risultano frequenti le malattie a carico dell’apparato urinario e del fegato ma rivestono particolare importanza quelle di origine virale, come la leucopenia infettiva del gatto, la peritonite infettiva, la rinotracheitevirale dei felini.

      La peritonite infettiva, più frequente nei gatti al di sotto dei 3 anni di vita, è provocata da un virus non ancora identificato che si trasmette da un animale all’altro con feci, urine e secreto nasale. Evolve con decorso lento caratterizzato da progressivo deperimento, inappetenza, anemia, febbre, risulta ribelle ad ogni terapia e con esito pressochè costantemente mortale : La forma essudativa è contraddistinta da una raccolta di liquido nell’addome, quella parenchimatosa, da localizzazioni agli occhi, al cervello ed agli organi interni. La difficile diagnosi rende indispensabile il ricorso agli esami di laboratorio; la terapia solo sintomatica, offre scarsissimi risultati; anche la profilassi risulta di difficile attuazione per le numerose incertezze che ancora sussistono circa questa malattia.

      La rinotracheite virale, sostenuta da Herpesvirus, è altamente contagiosa e caratterizzata da un esordio improvviso con violenti starnuti scolo nasale e congiuntivite . La trasmissione avviene tra i gatti con le secrezioni nasali ; sono più colpiti i giovani gattini e dopo un breve periodo di incubazione ( 2 – 4 giorni ) la rinotracheite si manifesta con decorso e gravità variabili. La diagnosi clinica trova conferma in esami di laboratorio ; la terapia è solo sintomatica e si può attivare la vaccinazione. I gatti possono essere colpiti dalla rabbia e da pseudorabbia ; quest’ultima malattia insorge in particolare nei soggetti alimentati con frattaglie crude di maiale. Il gatto, come il cane, è capace di regolare, la pulizia dello stomaco e dell’intestino ingerendo dell’erba. Se non si possiede un giardino è utile coltivare in un vasetto comuni graminacee che gli permetteranno di vomitare ciò che lo infastidisce.

      I cuccioli alla nascita hanno gli anticorpi della madre, ma alla nona settimana di vita perdono l’immunità passiva e diventano del tutto indifesi verso le malattie infettive: è per loro il momento di essere vaccinati. Le vaccinazioni più importanti sono quelle fatte per prevenire la panleucopenia felina, la rinotracheite e l’infezione da calcivirus.