Gatto sterilizzato

Perchè andare contro natura.

L’ormai stretta convivenza tra l’uomo e i suoi mici non mette più in condizioni la natura nell’intervenire per disciplinare l’ecosistema ed il controllo di quest’ultimo. Ciò che ne consegue è una crisi di sovrappopolazione, specialmente in alcune aree, generalmente i paesi e i piccoli centri urbani dove il gatto comune trova ancora il giusto equilibrio tra lo spazio vitale a sua disposizione e le numerosi fonti di approvvigionamento rappresentate dall’uomo: i soggetti nati allora si ritrovano ad essere un numero superiore rispetto a quelle delle persone disposte ad accoglierli nelle loro case. L’uomo, da parte sua, ricorre spesso all’abbandono o, e non si sa cosa sia peggio, alla soppressione dei cuccioli. Per evitare questo sarebbe di gran lunga preferibile la sterilizzazione preventiva.

Anche se una cattiva informazione potrebbe far intendere il contrario, la sterilizzazione non provoca alcun danno alla salute del gatto, con contribuisce al suo diventare grasso o pigro e non ne peggiora il carattere. Si dovrebbe piuttosto pensare alla sterilizzazione come a una soluzione che riduce lo stress e il disagio in cui vengono a trovarsi le femmine durante il periodo di estro, scongiura il pericolo di tumore all’utero e riduce quello alle mammelle. Nei maschi invece contribuisce a limitare l’aggressività, evita del tutto i “combattimenti per amore” e limita anche il rischio di cancro ai testicoli.

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La differenza tra Italia e il resto del mondo

Gatto adultoNei maggiori Stati europei, tipo la Gran Bretagna, la Germania, i Paesi Scandinavi, ecc., la sterilizzazione è un intervento accettato e considerato normale, mentre in Italia esistono ancora troppi pregiudizi in merito. Questa ostilità che, anche se originariamente è vittima di ignoranza, ma a volte è radicata anche in coloro la cui cultura non ha lacune. Purtroppo neanche le fonti di conoscenza attuale riescono a debellare il problema con una buona campagna informativa. Perché spesso giornali e tv riempiono le proprie rubriche di emergenze gatti randagi e non portano avanti in parallelo il tema della limitazione delle nascite, anche da parte di chi ha accolto quella delle nascite umane. Del resto non è difficile giungere alla conclusione seconda la qual, così come le donne, nei nostri paesi, non mettono più al mondo squadre intere di figli solo perché è la natura che lo consente, lo stesso discorso dovrebbe essere sottinteso anche per le gatte. Ed invece la questione non è ancora risolta ed esistono colonie feline sempre più ricche di gatti. Del resto la proliferazione è veloce: basti pensare che una sola gattina in cinque anni potrebbe dare alla luce fino a 25.000, se lasciata libera di procreare, “come natura vuole”. La soluzione della sterilizzazione in questo caso è il più leggero dei mali, visto che su questo argomento non c’è altro modo legale per limitare le nascite. E poi non si può parlare di “lasciar fare alla natura” se poi si disprezza il lavoro delle gattare e dei volontari, che magari stanno accudendo anche il nostro ex-gatto, lasciato in strada perché diventato troppo impegnativo. A quel punto lamentarsi di avere gatti miagolanti vicino casa non ha senso.

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Leggi e paure sulla sterilizzazione

La legge ora rende possibile, sterilizzare gratuitamente gli animali randagi e abbandonati presso un buon numero di ambulatori ASL in conformità alla Legge Regionale 34/97. Ma ci vorrà del tempo prima che questi enti si attrezzino e mettano a disposizione sufficienti fondi per operare al meglio e in maniera più capillare in tutte le regioni del nostro Stivale.

A discapito di tutte le paure riguardo alla sterilizzazione, è assicurato che i gatti sterilizzati amino rimanere più volentieri a casa, conservano le loro caratteristiche caratteriali e vivono più a lungo. Nel gatto sterilizzato, viene evitato per sempre l’istinto sessuale: in questo modo il micio si comporterà come se la riproduzione non fosse affar suo, la sterilizzazione è, anche in questi termini, un gesto d'amore verso il proprio compagno a quattro zampe. Dopo l’intervento per la castrazione, il gatto continuerà a difendere il proprio territorio e a giocare alla caccia, ma non lo vedremo più tornare acciaccato e graffiato dopo giorni di zuffa con gli altri per contendersi la femmina di turno, sarà più casalingo e voglioso di coccole e la sua urina non avrà più quell’odore tanto sgradevole. Inoltre un gatto sterilizzato è meno temerario, non sarà più distratto dalle femmine, dunque non sembrerà uscire fuori di senno, a parte il rischio, ormai limitatissimo, di contrarre malattie che si trasmettono con il sangue felino o per via sessuale. A parte i disagi prettamente fisici, un gatto sterilizzato è anche psicologicamente più tranquillo, ed il padrone con lui, non dovendogli evitare l’accoppiamento facendolo soffrire ed ostacolando i suoi istinti naturali, un gatto sterilizzato per fortuna non sente stimoli al rapporto sessuale.


Gatto sterilizzato: L'intervento

L’operazione chirurgica in sé si svolge in anestesia totale ed è una pratica molto semplice, sia per le femmine, che devono essere sterilizzate a partire dal compimento del sesto mese, sia per i maschi, che devono essere sterilizzati entro massimo nove mesi di età. La sterilizzazione può essere anche fatta durante l’età adulta, ma mai dopo i sei anni, per evitare alcun tipo di complicazioni. Al termine dell’interveto il veterinario prescrive un giorno o due di riposo affinchè il gatto riprenda appieno le sue forze.

Con la sterilizzazione ai gatti maschi vengono praticamente asportati entrambi i testicoli tramite anestesia locale. La ferita viene poi chiusa con mastice bioassimiliabile o, in alternativa, graffette. La sterilizzazione ai gatti maschi deve essere necessariamente effettuata dopo l’avvenuta totale discesa dei testicoli, ma prima che le urine assumano un particolare odore, in modo che il flusso del sangue ai testicoli sia ancora minimo: questo permetterà di evitare complicazioni da emorragie. In qualche caso, i due testicoli non scendono nel sacco scrotale e rimangono "immaturi" , in questo caso devono essere asportati a prescindere dalla sterilizzazione, dato che spesso sviluppano complicazioni tumorali.

Per quanto riguarda le gatte l’operazione avviene con l’asportazione dell’utero e delle ovaie e può praticarsi con incisione dietro i fasci muscolari dell'addome, dopo aver tosato a zero una larga fascia di pelo per evitare infezioni. E' l'intervento più eseguito tra tutti, e forse anche il più economico (anche se prevede comunque un costo superiore all’intervento per i maschi), ma richiede una ulteriore visita di controllo (solitamente non a pagamento) per togliere i punti di sutura. Un altro metodo consiste in una incisione laterale, attraverso una piccola incisione sul fianco. Quest’ultima tecnica è poco usata, ha dei tempi di convalescenza assai inferiori e permette l’utilizzo di punti chirurgici a dissolvenza organica, che dunque non necessitano di essere rimossi. Tuttavia si tratta di un intervento più costoso.


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