L’allevatore onesto vi darà anche buoni consigli sull’alimentazione, suggerendo che il micio continui ad essere nutrito con il cibo che lo ha nutrito fino a che si è fermato presso la sua struttura. Non è da scartare a priori questa ipotesi, comunque nel caso non si possa continuare a somministrargli lo stesso cibo la sostituzione dovrà avvenire in maniera lenta e graduale. Se proprio si vuole cambiare il tipo di alimentazione infatti, l’allevatore consiglierà di farlo progressivamente nel giro di almeno un mese: a parte lo scarso gradimento del cambiamento da parte del micio infatti, un cambio troppo veloce può causargli antipatici disturbi gastro-intestinali che tra l’altro, in un piccolo gatto, possono essere molto pericolosi.
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E’ la legge che impone al cane la presenza del microchip sottopelle, per il gatto però non è obbligatorio, ma oggi anche gli stessi possessori di gatti hanno preferito metterlo ai loro compagni perché il codice di identificazione accompagnato al nome del proprietario, costituisce un vero e sicuro titolo di proprietà. Se il gatto si perde, e trovandolo per strada, altre persone lo adottano, si ha il titolo necessario per provare davanti alla legge che il gatto è il proprio e che si è eventualmente perso e non è stato abbandonato.
Quanto all’importazione dei gatti dall’estero, in Italia al momento non esiste nessuna legge che vieti l'importazione di gatti dall'estero e/o la loro vendita nei negozi, qualunque sia la razza. Non esistono neanche leggi che proibiscano di vendere nei negozi gatti non di razza spacciati per tali. Stesso discorso per un tariffario specifico o per limiti di costo per gatti, sia di razza che non di razza. Questo non avviene per esempio in Germania, dove addirittura c’è una legge specifica che vieta la vendita di cani e gatti presso i negozi. In questo modo i tedeschi si evitano volentieri le scene poco felici di cuccioli disposti in gabbiette sotto luci artificiali, poco spazio vitale e alla mercè di chiunque voglia toccarli o strapazzarli in altro modo. Il gatto e gli altri animali non vengono affatto protetti dalle leggi in vigore nel nostro Paese, e questo incoraggia l’importazione dall’estero di cuccioli di diversa specie, gatti compresi.Nell'Europa dell’est, in paesi che fino a poco tempo fa non facevano parte dell'UE, esistono ancora le tristemente famose 'mills': si tratta di vere e proprie fabbriche, dove vengono tirati su alla meglio vari tipi di animali, allevati esclusivamente per l'esportazione e venduti a prezzi ridicoli rispetto alle tariffe nostre. Il trasporto di queste bestiole nelle altre parti del mondo avviene in scatoloni o gabbie minuscole, con viaggi in cui la cura o il benessere dei cuccioli gatto (o di altre specie) non vengono presi assolutamente in considerazione, ed infatti ne muoiono moltissimi già durante il viaggio. Purtroppo l’unica arma a nostra disposizione contro questo trattamento indecoroso è la denuncia, e la negazioni di fronte a chi cerca di offrirci questi animali.Dal 1 ottobre 2004 è in vigore in Italia una legge europea che obbliga la registrazione di tutti gli animali che vanno all’estero o che vengono importati da fuori. Il documento che riporta questi spostamenti degli animali si chiama 'Passaporto Europeo', e la sua stesura implica che il gatto abbia il regolare microchip che lo identifichi, abbia fatto la vaccinazione antirabbica e abbia con sé un certificato di buona salute. In ogni caso, oltre alle leggi dello stato imperante, le più importanti Associazioni feline europee, che si impegnano per garantire, dove e quando possibile, il benessere e la tutela del gatto, si muovono in modi diversi e per questo presentano una serie di regole alle quali i soci devono attenersi. Tra queste il divieto di cedere i propri gatti a negozi o laboratori, il divieto di tenere gli animali in gabbia o in luoghi angusti o anche semplicemente poco illuminati, il divieto di togliere i cuccioli alla madre al di sotto di una certa età, nello specifico almeno 84 giorni, perché il cucciolo di gatto, come anticipato, ha proprio bisogno di stare con la madre per molto tempo prima di poter essere svezzato completamente, il divieto di far partorire più giovani di un anno e per più di 3 volte entro due anni; l'obbligo di cedere soltanto cuccioli che siano vaccinati e muniti del regolare libretto sanitario (ove sono registrate tutte le vaccinazioni eseguite e le profilassi effettuate, fino al momento della cessione). Questo perchè un cucciolo, se non è stato vaccinato, può facilmente incorrere in malattie mortali, avendo il sistema immunitario più delicato di un adulto e che solo con il richiamo delle vaccinazioni fatte diventa concretamente al sicuro contro queste malattie. Ricordiamoci che la prima vaccinazione dà una copertura solo parziale; l'obbligo di registrare regolarmente tutti membri delle cucciolate che nascono e di vendere i cuccioli muniti di pedigree (unico certificato che da la garanzia che il gatto acquistato appartenga ad una razza specifica secondo gli standard internazionali).
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