Le oche selvatiche vivono principalmente in Europa, Asia e America settentrionale. La maggior parte delle specie sono migratrici e nidificano a nord, mentre, svernano a sud. Le oche sono state addomesticate per molti secoli, fino a trasformarle in animali da cortile per eccellenza. In occidente le oche domestiche discendono dall’oca selvatica, mentre, in Asia sono state allevate per lungo tempo le oche cigno. Si tratta di animali estremamente duttili che si adattano ad habitat e ambienti diversi, anche se preferiscono i climi temperati. L’oca selvatica è tipica degli ambienti umidi caratterizzata dalla presenza di uno stagno o di un lago circondato da una fitta vegetazione. Fino a qualche decennio fa nidificava in tutta Europa poi, con la progressiva urbanizzazione delle campagne, il suo habitat naturale è andato via via restringendosi. Attualmente si riproduce in Islanda, Gran Bretagna, Scandinavia, Europa centrale, Russia e Cina settentrionale. Sverna, invece, nelle zone costiere dell’Europa, nella parte meridionale dell’Asia, dall’India fino al sud della Cina. L’oca granaiola, invece, è diffusa solo in Europa e in Asia. Nidifica nelle regioni più settentrionali, mentre, sverna nelle aree del bacino del mediterraneo tra cui anche l’Italia. Le oche tendono a nidificare nelle torbiere, nella tundra, ai margini delle paludi, dei laghi e dei fiumi.
Stampo oca granaiola - RA SPORT Prezzo: in offerta su Amazon a: 18€ |
L’oca è un animale monogamo e solitamente si accoppia sempre con lo stesso compagno per tutta la vita. Sono rari, ma, non impossibili i casi di rottura con i due esemplari che si cercano un nuovo compagno. La cura del nido e dei piccoli è affidata ad entrambi i genitori che covano a turno le uova. Le oche raggiungono la maturità sessuale intorno al terzo anno di vita. Costruiscono i nidi all’asciutto, tra i cespugli, in posti tranquilli e protetti e li imbottiscono con le proprie piume per tenere le uova al caldo. Il periodo degli amori coincide con l’inverno. Il mese più propizio per la deposizione, infatti, è febbraio, anche se a volte si verificano deposizioni anche a gennaio. L’accoppiamento avviene in acqua, mentre i nidi vengono costruiti a terra. Dopo l’accoppiamento occorrono alcuni giorni prima che la femmina deponga le uova. Se la deposizione è troppo veloce allora è possibile che le uova non siano fecondate. La femmina depone dalle quattro alle sei uova che vengono covate per circa un mese. Il numero massimo di covate è di tre all’anno. Il maschio collabora all’operazione e protegge il nido e i cuccioli una volta nati. Le uova si schiudono in primavera, tra marzo e aprile. I piccoli appena nati restano nel nido per 5 giorni prima di uscire e spostarsi nei prati insieme ai genitori. Il battesimo del volo per le piccole oche avviene intorno ai due mesi. Da questo momento in poi diventano indipendenti e smettono di stare con i genitori. I cuccioli dell’oca sono detti paperi
Le oche sono state addomesticate fin dall’antico Egitto. Le specie consigliate per l’allevamento sono le oche selvatiche e le oche cigno. Le oche possono essere suddivise in due grandi gruppi: le oche selvatiche o ornamentali e le oche domestiche o da reddito. Le oche vanno allevate in gruppi, dove un quarto degli esemplari deve essere di sesso maschile e la restante parte femminile per favorire la riproduzione. Per regolarsi basta calcolare un maschio ogni tre femmine. Si tratta di un animale relativamente semplice da allevare poiché non necessita di grandi cure. Basta un pascolo di 150 metri quadrati in cui possano pascolare e una casetta di circa 4 metri quadri come riparo. Il pascolo deve essere circondato da una rete metallica alta almeno mezzo metro per evitare che scappino via. Al momento di acquistare le oche per l’allevamento domestico bisogna avere cura di comprare sono paperi più grandi di due mesi, poiché fino a quella età devono restare con la mamma, altrimenti ci sono poche possibilità che riescano a sopravvivere. Le oche vivono in media dieci anni. In genere le oche non producono un grande numero di uova, eccetto che per la Romagnola che può arrivare a deporre fino a 100 uova l’anno. In genere le oche vengono allevate principalmente per la carne o per la produzione di fois gras. In questo caso non vengono allevate in pascoli all’aperto, ma, in parchetti dove vengono poste all’ingrasso. In questo caso la loro alimentazione è composta da erba, mais da foraggio, radici e mangimi. Oltre che per scopi alimentari le oche vengono allevate anche per le loro piume e per le pelli conciate. Con le piume vengono confezionati piumoni per il letto, cuscini, giubbotti.
Non è facile accorgersi quando un’oca è ammalata poiché nel tempo hanno sviluppato una buona resistenza a tutte le principali malattie che interessano i volatili. Tra le malattie più comuni tra le oche c’è l’aspergillosi, causata da una famiglia di funghi. Questa patologia attacca soprattutto i polmoni e i paperi giovani sono i soggetti maggiormente a rischio. Tra i sintomi principali ci sono le difficoltà nella respirazione associate a rumori e gorgoglii. Anche la Chlamydia è causata da un batterio e comporta problemi respiratori, congiuntivite, diarrea e atrofia dei muscoli del petto. Fa registrare una mortalità molto elevata, invece, la Pasteurellosi. Si tratta di un’infezione molto contagiosa. La morte nei soggetti contagiati è repentina e i sintomi si manifestano solo poche ore prima del decesso, quando ormai non c’è più nulla da fare. Si tratta di una malattia che interessa principalmente i soggetti cresciuti in allevamenti intensivi. L’unica cura è un trattamento antibiotico che però spesso viene iniziato quando ormai è già troppo tardi. Altra malattia considerata non letale è la coccidiosi renale. Tra i sintomi principali ci sono debolezza, ali cadenti, diarrea ematica e inappetenza. C’è poi la Criptosporidiosi che attacca sia i polmoni, sia l’intestino dell’oca. Provoca problemi respiratori, diarrea e nei soggetti giovani ha un’elevata mortalità. La malattia di Derszy è un’infezione altamente contagiosa e colpisce i paperi. Ha un tasso di mortalità che può arrivare a sfiorare il 100%. Si trasmette attraverso le uova e le feci. Tra i sintomi più evidenti ci sono anoressia, debolezza, difficoltà nei movimenti e ingrossamento delle ghiandole. C’è infine l’enterite virale che è causata da un herpes e viene trasmessa attraverso il contatto diretto con animali infetti o con ambienti contaminati. Tra i sintomi più comuni ci sono danni vascolari, eruzioni cutanee e delle mucose, problemi al tratto intestinale, lesioni ai linfonodi e agli altri tessuti.
Le oche sono utilizzate anche come animali da guardia, essendo animali territoriali, infatti, tendono a difendere quello che reputano il loro territorio. Una delle più famose leggende romane ha come protagoniste proprio le oche che grazie a questa loro caratteristica salvarono Roma da un attacco nemico. La leggenda risale al 390 a. C. e racconta il tentativo di assedio della città da parte dei Galli. L’episodio da allora è noto come ‘Le oche del Campidoglio’. Si narra che durante l’assedio delle truppe galliche le oche, che erano gli unici animali scampati all’uccisione dei romani affamati, perchè sacre alla dea Giunone, accortesi dell’intrusione dei nemici cominciarono a starnazzare rumorosamente avvertendo del pericolo l’ex console Marco Manlio e mettendo in allarme l’esercito che a quell’ora di notte stava dormendo. L’assedio fu respinto grazie anche all’arrivo del condottiero Marco Furio Camillo che riuscì a sconfiggere definitivamente le truppe nemiche salvando l’impero dall’invasione del potente esercito di Brenno.
COMMENTI SULL' ARTICOLO