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Il falco pellegrino è presente in Europa, Asia, Africa mediterranea e Americhe. E' assente nei due poli. In Italia è stazionario. Si tratta di una specie estremamente adattabile caratteristica che le ha consentito negli anni di stabilirsi negli ambienti più disparati, dalla tundra delle regioni artiche fino ai deserti dell’Africa e dell’Australia. In generale, comunque, il suo habitat naturale è costituito da aree aperte e selvagge, dove trova luoghi adatti per la nidificazione e prede in abbondanza per nutrirsi. Predilige le zone rocciose con scarsa vegetazione. Lo si può avvistare facilmente nei pressi di scogliere, colline, paludi e cime montuose.Non ha paura dell’uomo e per questo non è insolito trovarlo a ridosso dei centri urbani e delle aree antropizzate. Può stabilirsi all’interno di edifici come campanili e torri o in costruzioni abbandonate dove va a caccia principalmente di piccioni. Non ama i luoghi chiusi o caratterizzati da una fitta vegetazione. Le popolazioni che vivono più a nord sono migratrici e tendono a svernare nei paesi più caldi come l’Africa mediterranea e l’area atlantica. Le migrazioni iniziano a settembre per quella autunnale e in marzo per quella primaverile.
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Il falco pellegrino è una specie monogama. Le coppie una volta formatesi restano insieme tutta la vita. La stagione degli amori coincide con la primavera inoltrata e va dal mese di aprile a quello di luglio. La femmina costruisce il nido all’interno di buche e nicchie presenti nelle rocce, nei tronchi degli alberi o in qualche edificio abbandonato. In media vengono deposte dalla due alle sei uova che la femmina cova per circa un mese. Le uova di falco pellegrino sono bianche con macchie rosse e nere. Appena nati i piccoli sono ciechi e inetti. Dipendono in tutto dai genitori che li accudiscono e li nutrono. La prole lascia il nido intorno alla sesta settimana di vita. La femmina del falco pellegrino effettua un’unica covata l’anno.
Il falco pellegrino si nutre essenzialmente di uccelli come pernici, anatre, cornacchie e gabbiani. Non disdegna comunque anche mammiferi come topi, scoiattoli e tassi. La composizione della dieta varia a seconda della stagione e degli animali disponibili. Il falco pellegrino è un rapace notturno e come tale ha abitudini crepuscolari. Durante il giorno resta appollaiato sui rami a riposare, mentre dopo il tramonto esce per andare a caccia di prede. Ha un carattere solitario e tende a vivere da solo o in coppia. In base al luogo in cui vive può essere sedentario o migratore. Il suo volo è agile e veloce, caratterizzato da lunghe planate intervallate da rapidi battiti di ali. Il suo grido d’allarme è molto acuto e penetrante. Avvista le prede dall’alto e poi le cattura gettandosi in picchiata ad una velocità di quasi 300 chilometri orari e afferrandole con i robusti artigli. Il falco pellegrino, infatti, è tra gli esseri viventi più veloci al mondo. Prima di iniziare la picchiata cerca di guadagnare la maggior quota possibile per poi piombare sulla preda e tramortirla con i talloni prima di ucciderla con il becco. Il falco pellegrino viene utilizzato fin da tempi antichissimi per la falconeria. In Italia il falco pellegrino è una specie protetta ed è severamente vietata l’uccisione e il prelievo in natura. A minacciare la sopravvivenza della specie ci sono vari fattori tra cui la depredazione dei nidi, la cattura degli esemplari per la falconeria, la progressiva distruzione degli habitat naturali e l’inquinamento causato dagli insetticidi. Molti esemplari, infine, muoiono perché restano impigliati nei cavi elettrici.
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