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L’areale di distribuzione del gipeto è molto ampio e comprende l’Europa, l’Asia e l’Africa spingendosi fino al Tibet e all’Himalaya a nord e oltre il Sahara a sud. In Europa e in Asia vive sulle principali catene montuose, dalle Alpi ai Carpazi fino ai Monti Altai in Mongolia e all’Himalaya in Tibet. In Africa lo si può trovare lungo la catena dell’Atlante, sui monti tra il Marocco e la Tunisia, fino agli altipiani dell’Africa orientale e le catene montuose del Sudafrica. Il suo habitat naturale è costituito da zone montuose con scarsa vegetazione e ricche di pareti rocciose su cui nidificare. Come tutti gli avvoltoi tende a cacciare negli spazi aperti, quindi, evita le foreste o le regioni troppo pianeggianti come le savane africane.
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Il gipeto è una specie monogama, il che significa che le coppie una volta formatesi restano insieme per tutta la vita. Il periodo della riproduzione occupa l’intero arco dell’anno, poiché inizia in autunno con la preparazione del nido e si conclude l’autunno successivo, quando i giovani lasciano il nido e gli adulti riprendono con le parate nuziali. Ogni coppia individua e occupa un territorio con un’estensione pari a 300 km e al suo interno costruisce più nidi che vengono utilizzati in maniera alternata. Il nido di gipeto è costruito generalmente all’interno di cavità presenti lungo le pareti rocciose e viene realizzato con rami intrecciati, lana e piume. La femmina depone le uova tra gennaio e febbraio. In genere vengono deposte solo 2 uova ad una settimana di distanza l’una dall’altra. Le uova sono tonde con il guscio color crema con macchie più scure. La cova dura circa due mesi ed è affidata principalmente alla femmina con brevi intervalli in cui il maschio prende il suo posto. I pulcini vengono alla luce a marzo, quando la disponibilità di cibo è maggiore. Solitamente sopravvive solo il fratello maggiore, poiché si impadronisce di tutto il cibo portato dai genitori, causando la morte del fratello minore. Tale comportamento viene detto ‘cainismo’. Dopo la schiusa un genitore resta sempre nel nido con i pulcini, mentre l’altro va alla ricerca del cibo per sfamare la famiglia. I giovani sono in grado di volare già dopo il primo mese e escono con i genitori alla ricerca di cibo. Lasceranno il nido solo l’autunno successivo, quando saranno ormai diventati autosufficienti.
Il gipeto come tutti gli avvoltoi è necrofago, ovvero, si nutre quasi esclusivamente delle carcasse di animali morti. Si nutre principalmente del midollo osseo e di piccole ossa. Per recuperare il midollo osseo dalle ossa più grandi tende a farle cadere da grosse altezze per frantumarle. Il gipeto è privo di gozzo ed è dotato di una particolare conformazione dell’esofago che gli consente di ingoiare anche ossa di 30 centimetri. La digestione è favorita dalla presenza nello stomaco di succhi gastrici altamente acidi capaci di sciogliere i sali minerali contenuti nelle ossa. Il gipeto si nutre principalmente delle carcasse di bestiame domestico e di allevamento e di ungulati selvatici. Difficilmente entra in competizione con altri avvoltoi o rapaci, ma tende a defilarsi e ad attendere il proprio turno per cibarsi delle ossa lasciate dagli altri necrofagi. Il gipeto è un abilissimo volatore e sfrutta sia le correnti ascensionali che quelle di pendio. E’ molto abile nelle acrobazie grazie alla forma stretta e lunga delle ali e alla coda a cuneo. Quando è alla ricerca di cibo tende a volare a bassa quota per perlustrare il suolo in cerca di carcasse. La ricerca del cibo occupa gran parte della giornata del gipeto che necessita di almeno un kg di carne e ossa giornaliere.
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