allocco

Caratteristiche

L’allocco è un rapace appartenente alla famiglia degli Strigidi. Simile nell’aspetto alla civetta è caratterizzato dalla testa grande e tonda, che riesce a ruotare dietro la schiena, e da due dischi facciali grigiastri che circondano i grandi occhi neri. E’ sprovvisto dei cornetti, i ciuffetti di piume sulle orecchie tipici delle civette. L’allocco presenta un piumaggio tendenzialmente bruno con macchie e striature più chiare diffuse su tutto il corpo. Le parti superiori e il petto presentano una base più chiara. Il piumaggio ha funzioni mimetiche poiché gli consente di confondersi con le cortecce degli alberi. Si tratta di una specie di media grandezza con le femmine della specie che possono raggiungere anche i 43 centimetri di lunghezza e un’apertura alare di circa 90 centimetri. Il corpo è massiccio e robusto. Il becco è corto e uncinato, di colore giallo. La coda è corta e quadrate. Le zampe sono molto robuste e dotate di unghia uncinate per aggrapparsi saldamente ai rami degli alberi. I due sessi sono per lo più identici ad eccezione delle dimensioni maggiori raggiunte dalle femmine. I giovani sono molto simili agli adulti, da cui si differenziano solo per le dimensioni. Attualmente si conoscono 14 sottospecie diverse di allocchi.
Allocco

Wrendale by Royal Worcester, Tazza da Amico pettirosso

Prezzo: in offerta su Amazon a: 14,23€


Habitat naturale

e distribuzione

L’allocco è il più diffuso e comune degli Stringidi europei. Il suo areale di distribuzione comprende, infatti, tutta l’Europa, l’Asia e le regioni dell’Africa Mediterranea. In Europa lo si può trovare ovunque eccetto che in Irlanda. In Italia è presente ovunque, ad eccezione della Sardegna e della Puglia. In Asia vive prevalentemente nei territori della Cina e della Corea. Il suo habitat naturale è costituito da boschi misti di conifere e caducifoglie. Difficilmente lo si trova al di sotto dei 1000 metri. Vive anche nei pressi di parchi, giardini pubblici e case di campagna. Trascorre gran parte della sua giornata sugli alberi, quindi, la presenza di questi ultimi è fondamentale perché scelga di stabilirsi in un luogo.

  • gufo reale Il gufo reale è un grosso uccello appartenente alla famiglia degli Strigidi. Il suo nome scientifico è Bubo Bubo, mentre quello comune è dovuto alle sue dimensioni che ne fanno il più grande tra i guf...
  • barbagianni Il barbagianni, il cui nome scientifico è Tyto Alba, è un rapace notturno della famiglia dei Titonidi. Si tratta di un uccello di medie dimensioni, con gli adulti che raggiungono in media i 40 centime...
  • gufo comune Il gufo comune, o Asio otus, è un rapace notturno di medie dimensioni appartenente alla famiglia degli Strigiformi. Si riconosce per la caratteristica maschera facciale divisa in due dischi bianchi e ...
  • civetta La civetta è un rapace notturno appartenente alla famiglia degli Strigidae. Si tratta di un uccello di medie dimensioni, lungo circa 23 centimetri per un peso di 200 grammi. Il corpo è tozzo, la testa...

cardellino canto perfetto

Prezzo: in offerta su Amazon a: 0€


Riproduzione

allocco La stagione degli amori per l’allocco coincide con la primavera. Il periodo della riproduzione inizia già nel mese di febbraio e si protrae fino alla fine di giugno. La femmina dell’allocco non costruisce il nido, ma, lo allestisce all’interno di cavità naturali o artificiali all’interno di alberi e rocce. Non è raro che sfrutti anche le tane abbandonate di tassi e conigli. In media vengono deposte dalle due alle quattro uova che vengono covate per circa un mese. Le uova di allocco hanno il guscio completamente bianco. La cova è affidata solo alla femmina, mentre il maschio ha il compito di procurare il cibo. Se il cibo scarseggia anche la femmina è costretta a lasciare il nido per andare alla ricerca di prede. In questo caso le uova raffreddandosi non si schiuderanno e la covata andrà persa. L’allocco effettua un’unica covata l’anno. Le uova si schiudono a qualche giorno di distanza l’una dall’altra in modo tale che il primo nato risulti il più grosso e l’ultimo più piccolo. Se c’è poco cibo, il primo nato se ne accaparra la maggior parte a scapito dei più piccoli che muoiono di fame. Appena nati i piccoli sono ciechi, sordi e ricoperti da piume biancastra. Vengono accuditi e nutriti dai genitori. Inizialmente mangiano il cibo sminuzzato, poi, con il passare delel settimane imparano a mangiare le prede intere. Restano nel nido per cinque settimane, poi prendono il volo. Diventano completamente autosufficienti solo a quattro mesi di vita.


allocco: Abitudini

e alimentazione

L’allocco ha una dieta molto varia. Si nutre principalmente di piccoli mammiferi come topi, scoiattoli, ghiri e donnole. Non disdegna altri uccelli e di anfibi. A differenza degli altri rapaci riesce a cacciare le sue prede anche in zone coperte da fitta vegetazione. Come tutti gli stringiformi, l’allocco tende ad ingoiare le sue prede intere per poi espelle le parti dure e non digeribili sottoforma di ‘borre’. Ha abitudini prettamente notturne, quindi trascorre le giornate a riposare appoggiato ai tronchi degli alberi, mentre dopo il tramonto esce per andare a caccia di prede di cui sfamarsi. L’adattamento alla vita notturna hanno portato a sviluppare maggiormente sensi come l’udito e la vista. La mobilità del collo, inoltre, gli garantisce una visuale a 270 gradi e compensa in parte il fatto di non riuscire a ruotare gli occhi che sono fissi. L’udito è sviluppato al punto da riuscire ad individuare anche prede piccolissime come lombrichi e scarabei. E’ un uccello solitario e sedentario. Il suo canto è simile ad una serie di ululati prolungati. Il volo è lento e silenzioso e gli consente di giungere inaspettato e cogliere di sorpresa le sue prede. Si tratta di una specie a rischio e quindi è protetta dalla legge italiana per la tutela delle specie autoctone. A minacciare la sopravvivenza della specie c’è la progressiva distruzione dei suoi habitat naturali a causa del disboscamento e dell’utilizzo massiccio di pesticidi e insetticidi. E’ una specie allevabile in cattività, ma, è vietata la caccia e il prelievo in natura.



COMMENTI SULL' ARTICOLO