Canto cardellino

Caratteristiche

Il canto del cardellino ha da sempre colpito la fantasia di scrittori, poeti e musicisti che gli hanno dedicato poemi, poesie e sinfonie ispirati alle melodie del suo verso. Si tratta di un canto melodioso e continuo che nel periodo degli amori diventa struggente e coinvolgente. Il maschio quando canta si regge saldamente al posatoio e schiude leggermente il becco tenendo le ali aderenti al corpo. I cardellini cantano principalmente quando sono in amore, ma, non è raro che li si possa udire anche al di fuori del periodo degli accoppiamenti. Durante la stagione della riproduzione i cardellini accompagnano il loro canto ad una danza di corteggiamento consistente in una leggera oscillazione del corpo da una parte all'altra. La parata nuziale non è una prerogativa maschile, ma, anche le femmine si producono nel periodo degli amori in danze e canti. Il canto della femmina, però, rispetto a quello del maschio è più monotono. L’addestramento dei cardellini rispetto a quello dei canarini è molto più complicato, poiché a differenza di questi ultimi, i cardellini difficilmente si lasciano ammaestrare e molta parte del successo dipende dalle doti genetiche dell'esemplare. Il canto dei cardellini è essenzialmente ereditario, di conseguenza imparano solo in minima parte dagli insegnamenti di un maestro di canto. Qualche risultato lo si può ottenere posizionando nella stessa gabbia un altro cardellino da cui imparare, mentre, si avranno scarsi risultati in caso di utilizzo di cd e suoni riprodotti. Il canto dei cardellini è molto complesso e non è semplice per gli addestratori ottenere una melodia perfetta.
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Vocalizzazioni

Le vocalizzazioni e le melodie del canto dei cardellini non hanno denominazioni specifiche come nel caso di canarini, ma, vengono indicate con nomi diversi il più delle volte di tipo onomatopeico e fortemente legati alle realtà regionali da cui provengono. In questo ambito la regione che maggiormente si è dedicata allo studio del canto di questo uccello è la Campania dove sono stati realizzati dei veri e propri manuali con indicazioni dei vari vocalizzi e le tecniche per insegnargli a riprodurli. Gli allevatori campani, infatti, hanno dato a ciascuna delle vocalizzazioni del cardellino un nome specifico. Tre sono le vocalizzazioni principali:‘Zipè’, ‘Ble ble’ e ‘Zio’. Nel primo caso la melodia consiste nella ripetizione per almeno quattro volte delle due sillabe ‘zi’ e ‘pè’ con una brevissima interruzione tra una coppia e l’altra. La seconda melodia consiste nella duplice ripetizione delle due sillabe e eventuali errori nella pronuncia rappresentano un difetto di canto. Il terzo vocalizzo, invece, è quasi sempre emesso alla fine del canto ed è eseguito da tutti i cardellini. La sequenza di questi tre vocalizzi principali, eseguiti in quest’ordine preciso rappresenta il punto di perfezione canora per un cardellino ed è difficilissima da ottenere. Ci sono poi una serie di versi che i cardellini emettono quando hanno paura o quando vogliono chiamare i compagni.

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Cardellino da canto napoletano

canto cardellino La Campania e in particolare la città di Napoli hanno un tradizione antichissima nell'allevamento e nella selezione dei cardellini da canto. Una tradizione importata dagli spagnoli e prima ancora dagli arabi e che ancora oggi annovera centinaia di cultori in tutta la provincia. Il cardellino napoletano rispetto agli altri cardellini possiede un numero molto più vario di vocalizzi ciascuno legato ad un preciso stato d’animo o sentimento. Il culmine, naturalmente, viene raggiunto dagli esemplari maschi nel periodo degli amori, quando questi ultimi si producono in un canto estremamente vivace e melodioso che ha lo scopo di spingere la femmina a preparare il nido e contemporaneamente esprimere il proprio predominio sul territorio. Il canto varia da cardellino a cardellino, ogni cantore ha un suo repertorio personale e per questa ragione sono molto difficili da addomesticare. I bravi allevatori, però, riescono ad insegnare agli esemplari determinati vocalizzi perfezionandone il canto.


Leggenda canto cardellino

Il canto del cardellino ha ispirato ne millenni decine di leggende e di credenze popolari come un’antica e suggestiva leggenda partenopea seconda la quale il canto del cardellino avrebbe la capacità di cambiare il destino di quanti lo ascoltano. Nelle Metamorfosi, Ovidio, racconta della trasformazione di Acalante in un cardellino ad opera della dea Atene. Nella mitologia pagana, inoltre, il cardellino rappresentava l’anima dell’uomo che vola via al momento della morte. Per il Cristianesimo rappresenta la passione poiché si racconta che un cardellino aveva estratto le spine della corona posta sul capo di Gesù Crocifisso. La macchia rossa presente sulla sua testa sarebbe appunto il sangue di Gesù. Il cardellino è stato raffigurato anche in molte opere d’arte tra cui si ricordano: la Madonna del Cardellino di Raffaello e la Sacra Famiglia di Federico Barocci. Il grande musicista Antonio Vivaldi, infine scrisse un concerto per flauto in cui la melodia riproduceva il canto del cardellino e che si intitolava appunto “Il Gardellino”.


Canto cardellino: Vivaldi e il cardellino

Concerto di musica classica I virtuosismi del canto del cardellino sono stati di ispirazione ad un grande compositore italiano: Antonio Vivaldi. Nella sua opera "Il Gardellino", l'autore veneziano ha voluto sottolineare, già dalle prime battute del concerto, la leggiadria del canto di questo uccello, imitata da un flauto che si lascia andare a virtuosismi che trasmettono all'ascoltatore un senso di spensieratezza e di gioia. La ricerca onomatopeica continua nell'intero corso dell'opera, anche se a tratti assume un tono più formale capace di infondere tranquillità e calma. Ascoltando l'opera ci si immedesima perfettamente in un ambiente campestre e si riesce a visualizzare questo simpatico uccellino che vola libero e si ferma su un ramo per cantare la sua splendida melodia. Il finale riprende il tono allegro e vivace, a sottolineare la fuga del cardellino verso nuovi cieli. Un'opera consigliata a tutti!



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