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La Capinera è un uccello tipico del Continente europeo dove risiede dovunque ad eccezione dei paesi nordici a causa delle temperature troppo basse che mal sopporta. Oltre che in Europa, la Capinera si può trovare anche in alcune regioni dell’Asia e dell’Africa tra cui il Caucaso, la Persia, la Palestina, il Marocco, l’Algeria e l’Asia Minore. In Italia questo piccolo uccello vive praticamente in tutte le regioni, comprese le isole, con particolare diffusione in Campania dove la si può trovare sia nel Parco Nazionale del Vesuvio che in quello del Cilento e del Vallo di Diano. Le specie nostrane sono la Sylvia atricapilla e la sottospecie Paulicci, diffuse soprattutto nell’Italia centrale e meridionale. Molto diffusa nel Penisola Iberica, nelle Canarie e nell’Africa Settentrionale, invece, è la Sylvia Heineken che si differenzia da quella italiana per le dimensioni più ridotte e i colori del piumaggio che risultano più scuri. Il suo habitat naturale è molto vasto e va dai boschi cedui ai frutteti, fino alle zone di campagna, ma, non è raro incontrarla anche nei parchi cittadini, negli orti e nei giardini in cerca di cibo e di un posto dove costruire il nido. Durante il periodo della riproduzione la si può incontrare spesso anche nei cimiteri. Nelle regioni dell’Europa settentrionale la Capinera si può trovare principalmente nei boschi di conifere. In generale questa specie predilige le zone caratterizzate dalla presenza di un fitto sottobosco di rovi, pruni, siepi e con alberi sempreverdi. Non disdegna, comunque, neanche i frutteti e gli orti. Si tratta di un uccello migratore e tende a svernare nei paesi del Bacino del Mediterraneo. La migrazione è l’unico momento in cui la capinera compie lunghi voli, altrimenti si limita a saltellare tra un ramo e l’altro o a scendere raramente al suolo.
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La stagione degli amori per la Capinera coincide con l’arrivo della primavera e si protrae fino al mese di luglio. La deposizione delle uova avviene due volte l’anno nei mesi di maggio e di giugno. In media la femmina della Capinera depone dalle 3 alle 6 uova in piccoli nidi costruiti su arbusti bassi e ben nascosti. In questi casi la femmina predilige i cespugli di sambuco e di caprifoglio per la costruzione del nido. Il nido viene costruito dal maschio e poi solo completato dalla femmina e si trova in genere a circa un metro e mezzo dal suolo, ben nascosto dalla vegetazione. Le uova della Capinera sono beige con macchie scure e vengono covate per circa due settimane da entrambi i genitori. Se la madre dovesse morire prematuramente i piccoli vengono allevati dal padre che si dimostra un ottimo genitore. I pulli lasciano il nido dopo circa dieci giorni, ma, i genitori continuano ad imbeccarli ancora per qualche settimana fino a quando non diventano completamente autosufficienti. I genitori sono molto protettivi nei confronti della prole e quando avvertono la presenza di un predatore ricorrono ad un astuto escamotage per salvaguardare la nidiata. Uno dei due genitori, infatti, si lascia cadere dal nido fingendo di essere ferito contorcendosi e battendo le ali a terra in maniera veloce, attirando l’attenzione del predatore e salvaguardando la nidiata. Il rapace si fionderà sul genitore credendolo in difficoltà, salvo poi restare a mani vuote, poiché la capinera con un veloce battito di ali fuggirà via sottraendosi dalle grinfie del predatore.
La Capinera è un uccello dalle abitudini alimentari molto varie. Si nutre principalmente di frutta, bacche, semi, granaglie, insetti, larve e anche di vermi. Gli insetti sono una parte fondamentale della dieta delle Capinere soprattutto nel periodo primaverile, mentre in estate vengono sostituiti dalle bacche e dai frutti. Sono molto ghiotte delle arance e dei fichi che trovano in grandi quantità nelle regioni dell’Europa meridionale. Questo piccolo e vivace insetto si trova molto a suo agio nei cespugli e in particolare tra le piante di edera dove, oltre a nascondersi dalla vista di eventuali predatori, può anche trovare molto facilmente di che nutrirsi vista la presenza di bacche e insetti. Pur essendo un uccello molto vivace è anche molto timoroso e tende a nascondersi dalla vista dei predatori, quindi è molto difficile vederlo muoversi sul terreno. Diventa, invece, un uccello molto coraggioso quando si tratta di difendere la nidiata da eventuali minacce. Il volo della Capinera è breve e ondulato. Le Capinere vivono in coppia e trascorrono gran parte della loro giornata sui rami degli alberi o alla ricerca di insetti e bacche da mangiare.
Il canto della Capinera è molto apprezzato e ricercato per la sua melodiosità e la sua dolcezza che lo rendono molto simile a quello dell’usignolo. E’ caratterizzato da una sorta di chiacchiericcio con note più alte e a volte può essere confuso con quello del Beccafico. Il canto della Capinera è particolarmente intenso nella stagione degli amori, quando il maschio canta per conquistare la femmina. La sonorità varia da individuo ad individuo, ma, la canzone è caratterizzata per tutti da una nota dura, una sorta di ‘tac-tac’ ripetuto, seguito da un ‘ciarrr’ e da uno struggente ‘fiuu’. Il canto, infine è caratterizzato anche dalla presenza di gorgheggi e da un crescendo finale che gli conferisce quella nota malinconica che lo rendono il secondo canto più apprezzato al mondo dopo quello dell’usignolo.
La Capinera non è una specie a rischio estinzione e la popolazione sia a livello nazionale che a livello europeo non sembra mostrare cali di cui preoccuparsi. In Italia comunque la Capinera figura tra le specie protette e quindi non è possibile la caccia o il prelievo in natura e non può essere commercializzata o detenuta in cattività. Le minacce principali per la sopravvivenza della specie vengono dall'inquinamento e dalla distruzione del suo habitat naturale. La continua distruzione di boschi e aree verdi possono avere effetti negativi sulla diffusione di questo passeriforme, soprattutto a causa della diminuzione dei luoghi adatti per la riproduzione, nonostante le grandi doti di adattabilità della specie. Un altro fattore di rischio è rappresentato dalla predazione del nido. Le principali misure di conservazione della specie consistono nella tutela dell’habitat naturale e soprattutto delle condizioni per la nidificazione e la riproduzione. Per questa ragione si dovrebbero evitare potature e tagli della vegetazione nel periodo riproduttivo per consentire alla femmine di trovare siti adatti per la costruzione del nido.
La Capinera ha da sempre attirato la fantasia di musicisti, scrittori e poeti che hanno dedicato a questo uccello numerosi capolavori, tutti caratterizzati da una vena malinconica e drammatica. Nella letteratura italiana i due esempi più famosi sono dati dal romanzo di Giovanni Verga ‘Storia di una capinera’ e da una splendida poesia di Giovanni Pascoli. La storia di una capinera racconta le tristi vicende di Maria, una giovanissima novizia di Catania, costretta a prendere i voti dalla famiglia. Maria è rinchiusa in convento all’età di sette anni e trascorre tutta la sua vita convinta di dover servire il signore, fino a quando non incontra un giovane di nome Nino, di cui si innamora ricambiata. L’impossibilità di questo amore, osteggiato dalla famiglia della ragazza che le impone di prendere i voti porteranno alla pazzia e alla morte della ragazza, consumata dalla disperazione per la perdita dell’uomo che ama e dal senso di colpa per quel suo sentimento. Nella sua splendida poesia, contenuta nella raccolta ‘I Canti di Castelvecchio’, Pascoli, invece, utilizza l’immagine del canto struggente della Capinera che non trova più il suo nido che era stato costruito sui rami di una quercia abbattuta. La poesia vuole simboleggiare, attraverso questa immagine di morte e distruzione, la caducità dei valori e la difficile lotta per la sopravvivenza degli individui.
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