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La ghiandaia è un uccello originario dell’Europa, dell’Africa e dell’Asia, dove si può trovare anche in Giappone e in Cina. In Italia è presente in tutta le regioni e può essere sia stazionaria che di passo. Il suo habitat naturale è costituito essenzialmente da foreste sempreverdi o cedue. Non è raro però, trovarla anche nei giardini e nei parchi pubblici. I suoi habitat preferiti sono i faggeti, i castagneti e i querceti. Si tratta comunque di una specie molto adattabile e nel tempo è riuscita ad adattarsi agli habitat più svariati. Difficilmente, comunque, lascia i boschi per le pianure e le distese aperte. Trascorre gran parte della sua giornata tra i rami degli alberi, nascosta tra le foglie delle querce o delle conifere dove può procurarsi facilmente il suo cibo preferito: le ghiande. Difficilmente si lancia sui terreni aperti per timore di eventuali predatori. Non ama i climi rigidi e le zone con scarsa vegetazione.
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La stagione degli amori per le ghiandaie coincide con l’arrivo della primavera. In questo periodo si formano le coppie che iniziano la costruzione del nido. La ghiandaia è una specie monogama e le coppie restano insieme non solo nel periodo della riproduzione, ma, per tutta la vita. I nidi sono piatti e vengono costruiti sui rami più bassi degli alberi. Vengono costruiti con rami e sterpi intrecciati mentre l’interno viene rivestito di radici morbide, muschio e fili d’erba. La deposizione delle uova si ha tra aprile e maggio. In genere la femmina depone 5-6 uova dal guscio bianco sporco con macchie marroni. La gestazione dura due settimane. La cova è affidata a entrambi i genitori. I piccoli restano nel nido per 20 giorni. Appena nati sono nudi e ciechi e dipendono in tutto dai genitori che li nutrono e li difendono. La ghiandaia effettua un’unica deposizione l’anno. Il maschio difende il territorio e la femmina dalla presenza di altri esemplari e se necessario ingaggia anche furibonde lotte.
La ghiandaia, come si intuisce già dal nome, si nutre principalmente di ghiande. La sua alimentazione, comunque, comprende anche altri alimenti come noci, nocciole, fiori, bacche, cereali e anche insetti, larve, piccoli mammiferi e uova di altri uccelli. Tende a raccogliere il cibo e a nasconderlo nel terreno, nei buchi degli alberi e nei ceppi, per poi andare a recuperarlo in un secondo momento. Nasconde principalmente le ghiande, per poterle mangiare anche in inverno e nei periodi in cui non ci sono. Riescono a trasportare nella gola fino a 9 ghiande e 90 pinoli. Le ghiandaie sono dotate di una spiccata memoria visiva e riescono a scovare le ghiande nascoste nel terreno anche dopo molto tempo e anche se coperte di neve. In autunno la dieta della ghiandaia è composta principalmente da questi frutti, ma, negli altri periodi dell’anno diversifica l’alimentazione nutrendosi di altri semi e di insetti mostrando un’indole adattabile e opportunista. E’ un uccello schivo e solitario, non vive in stormi ad eccezione del periodo delle migrazioni, quando è capace di coprire grandi distanze in volo. Tende a restare nascosta tra gli alberi e difficilmente esce allo scoperto per paura di finire nelle grinfie di eventuali predatori. Un’altra caratteristica della ghiandaia è il cosiddetto ‘anting', ovvero, l’abitudine di ricoprirsi volontariamente di formiche – poggiando il corpo in prossimità di un formicaio. Un comportamento dovuto forse al fatto che le formiche producono acido formico, un potente antiparassitario. Le ghiandaie probabilmente sfruttano queste secrezioni per ripulirsi dei parassiti che le attaccano. Tende a spostarsi da un ramo all'altro compiendo lunghi balzi. Quando è sul terreno saltella goffamente. Il volo è lento. Il suo canto è stridulo, molto simile ad un gracidio e viene udito anche a lunghe distanze. E’ capace di imitare il verso di altri uccelli e di altri animali, come ad esempio il gatto o la poiana. La ghiandaia è una specie protetta in Italia ed è severamente vietata la detenzione e la vendita di esemplari privi di anello alla zampetta e sprovvisti della documentazione relativa alla nascita in cattività. Non si possono prelevare in natura esemplari selvatici e la caccia è fortemente regolamentata.
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