uccelli italiani

Caratteristiche

Gli uccelli italiani sono circa 250 specie alle quali si aggiungono le specie svernanti e migratrici, per un totale di circa 530 specie ornitologiche presenti sul territorio nazionale. Queste 530 specie di uccelli italiani si possono raggruppare in tre grandi categorie principali: i nidificanti, ovvero quelle specie che si riproducono in Italia e vi sostano anche in inverno e che, dunque, sono dette stanziali; i migranti, ovvero, quelle specie che passano l'inverno in luoghi più caldi oltre il Mediterraneo, solitamente Africa sub sahariana per poi tornare in Italia in primavera; gli svernanti, a cui appartengono tutte quelle specie che si riproducono in Nord Europa e raggiungono il Mediterraneo, l'Italia in particolare, per svernare e quindi trascorrervi l'inverno.

Come abbiamo visto questi raggruppamenti nascono dalle abitudini geografiche degli uccelli, che non vanno assolutamente sottovalutate. Per questa ragione, le associazioni italiane s'impegnano nella tutela dell'ambiente al fine di tutelare le specie volatili italiane. Qualsiasi danno ambientale, infatti, può interferire con la riproduzione di una specie causandone l’estinzione.

uccelli italiani

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Habitat naturale

e distribuzione

Parliamo ovviamente dell'habitat degli uccelli italiani, che come abbiamo visto è un fattore fondamentale per le specie e per la loro riproduzione. Distinguiamo precisamente sei zone particolari: la zona alpina dove si localizzano specie come lo Spioncello, la Bigiarella, l’Organetto,il Merlo dal collare, il Sordone, la Cincia alpestre e la Nocciolaia; i rilievi prealpini e appenninici dove si trovano ad esempio la Cincia bigia ed il Picchio muratore; le zone collinari dove troviamo ad esempio il Canapino comune, la Sterpazzolina e la Tottavilla e le pianure dove si possono trovare ad esempio la Cutrettola ed il Cannareccione.

Sui rilievi mediterranei invece sono presenti la Magnanina comune ed il Passero solitario, mentre nelle “steppe” mediterranee si stabiliscono specie come la Calandrella, la Calandra e la Cappellaccia.

Tutti questi habitat, chi più o chi meno, sono soggetti a fenomeni di industrializzazione e urbanizzazione, che incidono notevolmente sulla vita delle specie dei volatili italiani. Tutte le specie volatili sono, infatti, molto sensibili alle alterazioni ambientali e ai cambiamenti del loro habitat naturale. Tali cambiamenti possono contribuire a cambiarne le abitudini e i comportamenti e nei casi più gravi possono addirittura possono portare all'estinzione della specie. Ecco perchè la tutela degli habitat naturali di questi animali è molto importante per la loro sopravvivenza e per il mantenimento della biodiversità di cui è ricco il territorio italiano.


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Riproduzione

uccelli italiani La riproduzione degli uccelli italiani, come per il resto delle specie ornitologiche del mondo, prevede varie fasi. La prima fase è quella del corteggiamento, durante la quale i partner si scelgono, in particolare i maschi esibiscono le caratteristiche peculiari delle specie per esser scelti come riproduttori. La stagione degli amori solitamente è la primavera. Quando le coppie si sono formate si passa alla seconda fase, quella della costruzione del nido di cui si assume la responsabilità la femmina o in alcune specie entrambi i sessi. Una volta pronto il nido la coppia passa alla riproduzione vera e propria con l’accoppiamento e la deposizione delle uova. Il numero di uova deposte varia in base alla specie, ma solitamente si va da un minimo di quattro ad un massimo di otto. La deposizione può avvenire una, due o tre volte all’anno a seconda della specie. L’ultima fase della riproduzione è quella della cova delle uova che solitamente viene affidata alla femmina, ma, che in alcune specie può essere appannaggio di entrambi i membri della coppia che fanno dei turni di cova.


uccelli italiani: Alimentazione

L'alimentazione degli uccelli italiani, varia a seconda della specie. La maggior parte di essi, comunque, sono granivori, ovvero, si nutrono principalmente di semi e granaglie. I passeri ad esempio si nutrono di piccoli semi e di cereali a cui si aggiungono insetti, parassiti, invertebrati e briciole di pane. Il Merlo, invece, si nutre anche di granaglie, ma, soprattutto di frutta ed insetti.

Ci sono poi specie di uccelli italiani, come l'Upupa ed il Frattino, che si nutrono quasi esclusivamente di insetti ed invertebrati fra cui lombrichi, grilli, coleotteri, formiche e cavallette. A questo si aggiungono talvolta anche lucertole neonate e uova di altri uccelli. Vi sono naturalmente le specie carnivore, come gli Aironi ad esempio, che si nutrono di pesci, anfibi, insetti, rettili e crostacei. Nel caso del Barbagianni, invece, la dieta si basa essenzialmente su piccoli mammiferi o volatili come topi, allodole, usignoli, fringuelli e donnole ad esempio. Nel caso dei gabbiani abbiamo sia pesci e molluschi che piccoli topi, piccioni, e resti di cibo umano. In generale gli uccelli italiani sono delle specie molto adattabili e tendono a nutrirsi di tutto ciò che l’ambiente e la stagione ha da offrire.



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