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L’upupa è un uccello tipicamente europeo. Lo si può trovare nelle regioni dell’Europa centrale e orientale, ma anche nelle regioni dell’Africa mediterranea, in Asia e nel Madagascar. In Italia si trova principalmente sulle zone costiere dell’Adriatico, della Liguria, della Puglia, della Calabria e della Sicilia. In Italia è svernante, quindi arriva in primavera e riparte a settembre. Il suo habitat naturale è costituito da ambienti aridi e assolati. Vive nei frutteti, nei boschi, nelle savane e lungo le strade sterrate. Predilige i climi caldi e secchi. Fondamentale per la sopravvivenza dell'upupa è la presenza di terreni e pascoli dove poter trovare da mangiare. E', infatti, particolarmente ghiotto delle larve presenti nello sterco degli animali, quindi tende a stabilirsi nelle vicinanze di allevamenti di bestiame. L’upupa è un uccello migratore, trascorre l’inverno nelle regioni calde dell’Africa mediterranea e sahariana e la primavera e l’estate in Europa dove nidifica.
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La stagione degli amori per le upupe inizia verso la fine di marzo e si conclude a luglio. In genere la femmina riesce a portare a termine due covate l’anno.La riproduzione vera e propria è preceduta da una fase di corteggiamento nel corso della quale il maschio si esibisce nella sua parata nuziale che consiste nell’aprire la cresta a ventaglio. Dopo l’accoppiamento la femmina costruisce il nido all’interno di cavità negli alberi, nelle rocce, nelle costruzioni rurali. Non viene imbottito con nessun tipo di materiale ma utilizzato così com’è. Il nido di upupa si riconosce per l’odore sgradevole dovuto alle secrezioni della madre e dei piccoli che già a pochi giorni di vita possono emettere feci liquide per difendersi. Tale particolarità serve per tenere lontani i predatori e attirare gli insetti che rappresentano la base dell’alimentazione di questa specie. La femmina depone dalle quattro alle sette uova. Le uova di upupa sono bianche e grigie e vengono covate dalla madre per circa due settimane. In questa fase la femmina non lascia mai il nido, ma, viene nutrita dal maschio con una frequenza di due o tre imbeccate all’ora. Appena nati i piccoli sono ciechi e ricoperti di lanugine. Nei primi dieci giorni la madre non lascia mai soli i piccoli e il padre ha il compito di sfamare tutta la famiglia. I piccoli lasciano il nido dopo 25 giorni e la femmina è pronta per un’altra covata.
L’alimentazione delle upupe si basa essenzialmente su insetti, molluschi e ragni che scovano rovistando con il lungo becco nel terreno. Utilizzano una tecnica molto particolare per nutrirsi. Possedendo una lingua troppo corta per poter ingoiare il cibo, tendono a lanciare le prede in aria facendolo ricadere nel becco spalancato. Prima di lanciare l’insetto in aria, però, lo scuotono ripetutamente sul terreno per privarlo della testa e delle ali. Tra le principali caratteristiche dell’upupa c’è il volo. Questi uccelli hanno un volo lento e ondulato che si riconosce anche a distanza grazie alle lunghe ali di forma arrotondata e il lungo becco sottile. Il canto dell’upupa è monotono e cavernoso simile ad un ‘hup hup hup’ e viene emesso ripetutamente nella fase della riproduzione. In passato udire il verso dell’upupa era considerato presagio di sventura. Quando è spaventata l’upupa tende ad appiattirsi sul terreno con le ali e la coda spiegate. E’ un uccello dalle abitudini terricole, poiché trascorre molto tempo a terra per cercare cibo e solo di notte si rifugia sui rami degli alberi per riposarsi. Si tratta di una specie considerata a rischio e quindi protetta dalle convenzioni internazionali sulla difesa delle specie a rischio. Le principali cause della diminuzione della popolazione soprattutto in Europa sono da rintracciarsi nella diminuzione degli habitat naturali e alla conseguente diminuzione degli insetti di cui si nutrono.
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